Effetto Salis, Renzi punta Genova: prima l’assemblea di Italia Viva, poi la prova di coalizione

È «non casualmente», secondo il senatore Matteo Renzi, se la prossima assemblea nazionale del suo partito sarà organizzata a Genova entro la fine di questo mese. La notizia l’ha data del resto lo stesso ex premier, con una nota di poche righe su quello che sin dai tempi dell’ascesa al governo è sempre stato il suo “braccio armato” in tema di comunicazione, la sua newsletter, Enews. E all’ambiente della politica è parso un tentativo evidente di rivendicare il proprio ruolo sia nella vittoria alle elezioni genovesi di Silvia Salis, più volte indicata come «amica personale», sia (e soprattutto) su quello che verrà dopo.
«Nei prossimi giorni arriverà la convocazione per l’assemblea nazionale di Italia Viva che terremo a Genova, invito tutti a dare una mano in questi giorni per il 2x1000», scrive Renzi ai suoi followers, nella stessa comunicazione che lancia per i prossimi 3, 4 e 5 ottobre il ritorno della Leopolda, la grande manifestazione politica che il leader di Iv organizza a Firenze ogni anno e ha accompagnato la sua ascesa in politica. Un appuntamento fisso di cui Salis è stata già ospite e di cui lo stesso marito, Fausto Brizzi, è stato autore in più edizioni. E dal quale, almeno nelle prossime edizioni, quella del 2025 compresa, potrebbe passare pure un pezzo di futuro del percorso della neo sindaca di Genova.
Se sarà sembrato troppo caustico il commento post elettorale del viceministro leghista Edoardo Rixi, che su Repubblica la scorsa settimana pungeva il centrosinistra genovese («Renzi si è confermato un vero numero uno: è riuscito a imporre al Pd il suo sindaco senza aggiungere un voto», la sua sibilata), è vero del resto che il legame tra la neo sindaca Salis e l’area centrista vicina a Italia Viva è forte.
E se la stessa diretta interessata fa professione di cautela (quasi) a ogni passo («Non ho mire nazionali, ora devo lavorare per Genova: abbiamo cinque anni di lavoro davanti», mette in chiaro appena può), è chiaro che per lei ogni eventuale, possibile, futuro spazio politico andrà cercato proprio a partire da quel centro del centrosinistra ormai perennemente in attesa di rifondazione. Soprattutto se il laboratorio genovese, il campo larghissimo che ha vinto le elezioni unito e ora sarà da testare alla prova del governo, funzionerà senza troppi contraccolpi.
Per il momento, il passo di Iv a Genova per la sua nuova assemblea a cinque anni dalla primissima, a Cinecittà nel 2020, vale così un investimento e un messaggio, un programma e una prova di posizionamento politico. In quota renziana, nonostante il risultato deludente alle urne (vero che ai punti può essere definita “decisiva”, ma la lista riformista non è neanche arrivata al 3 per cento), Genova è diventata «la città simbolo del centrosinistra unito che vince», ma soprattutto il test per valutare sul campo la bontà della scelta dello scorso anno, quando in parte un po’ a sorpresa Renzi decise di virare verso sinistra dopo un biennio passato (anche a Genova) a guardare a destra.
Ecco perché in ballo con i prossimi cinque anni di amministrazione c’è il futuro della città, ma anche altri destinati incrociati. Quello della neo sindaca alla prima, vera prova in politica, ma anche quello del centrosinistra unitario tanto evocato da Elly Schlein, segretaria del Pd, e ovviamente del politico giocatore per definizione, Matteo Renzi. Brizzi gli scrisse buona parte delle prime, storiche Leopolde dell’ascesa al Pd e al governo, Salis potrebbe far parte della storia delle prossime.
La Repubblica