Giani va da Schlein per il bis. Lunedì la segreteria per (ri)compattare il partito

11 lug 2025

Emiliano Fossi, segretario Pd Toscana
Firenze, 11 luglio 2025 – Si preannuncia un inizio settimana di fuoco in casa Pd: Giani atteso a Roma, tra lunedì e martedì, per il faccia a faccia finale con Schlein per ricucire col nazionale dopo gli scossoni delle ultime 48 ore, e segreteria regionale convocata da Emiliano Fossi per lunedì sera. Missione: (ri)compattare il partito. “Vero, il segretario si trova fra l’incudine e il martello. Da un lato il “fate presto“ dei territori, dall’altro l’attendismo del Nazareno per questioni di equilibri nazionali. Ma Emiliano sta facendo e farà lunedì un ottimo lavoro”, mormorano gli schleiniani che imperterriti resistono alla buriana sollevata dallo sprint di Eugenio Giani per incassare la ricandidatura.
Il diktat in via Forlanini? Gestire “la quiete dopo la tempesta” dell’arcinota pec spedita dal governatore al suo partito con cui ha “offerto” la disponibilità al bis – a tre mesi dalle regionali in Toscana – e distendere i nervi tesi di Elly Schlein, china a chiudere accordi e tavoli con gli alleati del campo largo in Puglia e Campania (nelle Marche, avanti tutta con Matteo Ricci). Si va quindi verso la segreteria Pd convocata per lunedì - salvo contrordini - in cui Fossi indicherà iter e soluzione “condivise”, promettono gli schleiniani. Consapevoli che il passaggio inevitabile e successivo sarà quello della direzione regionale: se non il 18, massimo il 20 luglio. “L’obiettivo è non contarsi”, ammettono pezzi di segreteria, sempre meglio tenersi alla larga da conte interne, franchi tiratori, lunghi coltelli e lavorare per “il governatore all’unanimità” dei 274 componenti dell’assise per poi rimettersi, da statuto, alla coalizione. Anche perché, a questo punto dei giochi “colpi di scena sul candidato è difficile averne”. I gianiani spingono come forsennati proprio per il passaggio della direzione regionale entro il 18 luglio, pronti quattro giorni prima a presentare quel quinto di firme degli aventi diritto a parteciparvi che inneschi il meccanismo dell’autoconvocazione.
Della serie: caro Fossi, se non la convochi, ce la convochiamo da soli. “Da oltre un anno non si riunisce, con quale mandato il segretario regionale pensa altrimenti di rapportarsi con gli altri partiti?”, sbuffano gli alfieri vicini al governatore. Nessuno in casa Pd vuole strappare, anzi, urge dare un’immagine di compattezza affacciandosi al tavolo che richiama forze da Italia Viva ai 5Stelle. Italia Viva non sta a guardare, in Toscana il riferimento è il commissario Bonifazi, ma a Roma Matteo Renzi, scientemente defilato, ha ribadito in queste ore a Elly Schlein la centralità della candidatura di Giani. Proprio colui che “non scalda i cuori” alla truppa del Movimento di Giuseppe Conte. Fossi tenterà l’impossibile per far salire i pentastellati a bordo del campo largo, in quanto “condizione imprescindibile per essere più forti possibili”. Con questa chiave di lettura vanno lette le dichiarazioni di giornata del segretario Cgil Toscana.
Il canovaccio programmatico (reddito sociale, acqua pubblica e battaglia a difesa del fine vita) lanciato da Giani ha rappresentato per Rossano Rossi “proposte di merito che vanno nella giusta direzione per la costruzione di uno schieramento progressista incardinato sull’asse Pd-Avs-M5s”. Un trittico da integrare, per la Cgil, con una difesa del manifatturiero tramite un’Agenzia per lo sviluppo, una sorta di “Iri toscana”. “Pronti a confrontarci con Giani, noi ci siamo”, dice Paolo Fantappiè della Uil. Meno concilianti i toni della Cisl: “Se la campagna elettorale si ridurrà a poche settimane ci sarà spazio solo per la zuffa da pollaio, la ’resistenza ai neofascismi’ contrapposta al ’liberiamoci dai comunisti. Signori - la saetta lanciata al centrodestra e centrosinistra dalla segretaria Silvia Russo -, è l’ora delle scelte. Aspettiamo solo che ci indichiate a chi dobbiamo rivolgerci”.
La Nazione