Inchiesta urbanistica a Milano, Sala allontana le dimissioni col sostegno del Pd: ma serve un “cambio di passo”

Oggi il Consiglio

Un consiglio comunale decisivo. È quello previsto oggi a Milano, dove il sindaco Beppe Sala parlerà per la prima volta dopo l’inchiesta sull’urbanistica che ha terremotato il Comune, tra richieste di arresti per politici, imprenditori e architetti e che vede indagato lo stesso ex manager “prestato” alla politica.
Salvo clamorose sorprese, Sala resterà al suo posto. Una scelta frutto del sostegno assicurato dalla delegazione del Partito Democratico che domenica ha incontrato Sala per confrontarsi sulla linea politica da tenere nei prossimi due anni di mandato da sindaco.
A casa del sindaco sono sfilati il segretario metropolitano Dem Alessandro Capelli, l’omologa regionale Silvia Roggiani e la capogruppo in consiglio comunale Beatrice Uguccioni: al sindaco la richiesta del partito è stata quella di continuare, ma nel segno del cambiamento e della discontinuità. Il focus dovrà essere nei prossimi 24 mesi su questione sociale, ambientale, per dare una sterzata all’operato dell’amministrazione, in evidente difficoltà dopo le carte emerse dall’inchiesta della Procura di Milano sull’urbanistica.
Nei giorni scorsi era filtrato che Sala aveva preparato per la giornata odierna in Consiglio due discorsi, dallo stesso inizio ma con un finale diverso: in uno c’era la conferma del proseguimento del mandato nonostante l’inchiesta sulla “Palazzopoli” che lo vede indagato, nell’altro le dimissioni da primo cittadino. Alla luce dell’incontro di ieri con i delegati Dem, appare più probabile che Sala scelga di restare sulla poltrona da sindaco, al netto del “cambio di passo” chiesto dal partito.
Discontinuità che vedrebbe al centro anche uno dei progetti più importanti gestiti dal sindaco Sala in questi mesi, ovvero il futuro dello stadio Giuseppe Meazza di San Siro, “casa” di Milan e Inter, e dell’area circostante. Sala infatti avrebbe voluto presentare la delibera per la vendita in consiglio comunale entro la fine di luglio, ma l’inchiesta ha complicato i piani e il Partito Democratico vorrebbe rallentare sul dossier, evitando che venga travolto dal dibattito sull’inchiesta della Procura.
Tempistiche che però sono fondamentali per il progetto di vendita dell’impianto soprannominato “Scala del calcio”: il 10 novembre prossimo entrerà in vigore un vincolo di tutela del secondo anello che impedirebbe di vendere lo stadio.
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