Meloni incontra Dombrovskis, il nodo delle spese militari

Allentare il patto di stabilità per finanziare le maggiori spese in difesa concordate con gli alleati, senza penalizzare i paesi già in deficit. Al centro dell'incontro tra la premier Giorgia Meloni e il commissario all'Economia Valdis Dombrovski, durato circa mezz'ora, c'è stata anche questa esigenza rappresentata a più riprese dal governo. Il negoziato è in salita, ma l'Italia intende giocare fino in fondo le sue carte. L'ultima occasione è la conferenza a Roma per la ricostruzione dell'Ucraina, che ha favorito il faccia a faccia tra i due. Un incontro per spiegare, nuovamente, all'Ue il cortocircuito generato dal diverso trattamento dei paesi sotto procedura per disavanzo e quelli che non lo sono.
Ma la riunione potrebbe essere stata l'occasione anche per parlare del Pnrr, di cui l'Italia si appresta a chiedere un'ultima revisione (che è competenza condivisa con l'italiano Raffaele Fitto), e del documento sulla competitività e le auto a cui Meloni sta lavorando con il presidente francese Emmnuel Macron e il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Anche se al momento non ci sono tempi e scadenze.Quanto alla partita principe dell'Italia (ma anche di altri paesi) sulle spese della difesa, si starebbe giocando sul grado di flessibilità ottenibile per mantenere il deficit nel cosiddetto "sotto soglia". Dombrovskis parla di un "ottimo incontro" in cui sono stati discussi "gli sviluppi economici, l'importanza di aumentare la competitività e l'aumento della spesa per la difesa". Palazzo Chigi rimarca "l'interazione tra l'attuazione del patto di stabilità e crescita e le spese per la sicurezza". Sfumature. Colte prontamente dall'opposizione, che parte all'attacco: "Meloni firma in Europa il nuovo Patto di stabilità con 13 miliardi di tagli l'anno ai danni anche di sanità, scuola, infrastrutture e investimenti" e si trova "condannata a partecipare a questa forsennata corsa al riarmo" mentre nel paese "si abbatteranno tagli a sanità e scuola e salirà sempre più la pressione fiscale - punta il dito il leader del M5s Giuseppe Conte -. Un autogol clamoroso". E Angelo Bonelli (Avs) rincara la dose: "Stanno trasformano la nostra economia in un'economia di guerra". Mentre da Confindustria il presidente Emanuele Orsini commenta: "Ok sforare il patto di stabilità per la difesa, abbiamo aziende eccezionali che fanno difesa, però non dobbiamo sforarlo solo per la difesa", "non scordiamoci dell'industria".
Il numero uno degli industriali parla durante un evento promosso dal Pd, "Le rotte del futuro" in cui i dem lanciano la sfida al governo di centrodestra con un piano nazionale per l'industria. Perché - spiega l'ex ministro Andrea Orlando - la risposta al rischio dì de-industrializzazione del nostro continente "non può essere una politica di riarmo". Per il responsabile esteri ed Ue del partito, Peppe Provenzano, "l'Europa sta dando risposte parziali o sbagliate" sul "piano di riarmo che favorisce sostanzialmente il riarmo tedesco. In questo modo non si segue un percorso per una vera difesa europea", cosa "che ci serve e serve alla nostra industria". Di parere "leggermente" diverso l'ex ministro Lorenzo Guerini: "La difesa europea è un'esigenza ineludibile perché parlare di autonomia strategica europea senza parlare di difesa europea significa fare un ragionamento monco".
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