Meloni soddisfatta: 'Ue e Usa uniti per Kiev'

"Per oggi è andata bene". Si respira soddisfazione mista a sollievo a Palazzo Chigi dopo la triangolazione di call tra i leader europei, Donald Trump e Volodymyr Zelensky per cercare quella "identità di intenti" tra le due sponde dell'Atlantico che sempre predica Giorgia Meloni e che la premier constata in una lunga nota con cui plaude gli "sforzi" del presidente americano e la "serietà" di quello ucraino. E in cui non nasconde lo scetticismo che permane nel Vecchio continente sulle reali intenzioni di Vladimir Putin.
L'Occidente "sta dimostrando capacità di dialogo" di fronte "a una sfida fondamentale per la sicurezza e la difesa del diritto internazionale", è il pensiero espresso ai tavoli dalla presidente del Consiglio. E ora, dopo che Zelensky ha ampiamente dimostrato "serietà nella ricerca di una soluzione diplomatica", si vedrà in Alaska "l'atteggiamento della Russia che finora non ha inteso fare alcun significativo passo in avanti". Alla vigilia del giro di consultazioni, il timore più grande era in realtà che non si riuscisse a trovare un allineamento tra Usa e Ue. E si sono lette in controluce tutte le dichiarazioni pubbliche - e quelle fatte nell'ora di confronto in videocollegamento - con Trump. Il cessate il fuoco come precondizione, il pieno coinvolgimento degli ucraini in qualsiasi ipotesi di trattativa, soprattutto sul destino dei territori oggetto di quella che per gli europei rimane "l'aggressione di Mosca", e le garanzie di sicurezza per Kiev erano tutti passaggi "non scontati", osservano alti in grado del governo.
Meloni, che si è presa qualche giorno lontana da Roma, chiusi i videocollegamenti ha fatto un giro di aggiornamento con i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, e con gli altri ministri più direttamente coinvolti. Raccontando del "buon clima" che si è instaurato con gli Stati Uniti al tavolo. Della grande "unità di intenti" pure sulla necessità di mantenere "la pressione collettiva sulla Russia, anche attraverso lo strumento delle sanzioni". La premier ha partecipato a tutte e tre le call, compresa quella della Coalizione dei volenterosi, sottolineando la partecipazione americana (con il vice presidente J.D Vance) per la seconda volta dopo l'esordio a luglio a margine della Conferenza sull'Ucraina organizzata a Roma. E nell'ora di dialogo Ue-Usa-Ucraina ha sollevato "alcuni punti interessanti", come racconta il sito americano Axios. Continuare a lavorare "con gli Stati Uniti per fermare il conflitto e raggiungere una pace che assicuri la sovranità e la sicurezza dell'Ucraina" per la premier resta fondamentale. Così come costruire per Kiev "solide e credibili garanzie di sicurezza ancorate al contesto euroatlantico". Nel confronto ristretto con gli europei si sarebbe tornati a parlare anche dell'ipotesi, nel pacchetto iniziale di proposte italiane, delle garanzie di sicurezza sul "modello" dell'articolo 5 della Nato.Con l'intervento dei paesi amici, come previsto per i componenti dell'Alleanza Atlantica ma senza la necessità di una adesione dell'Ucraina (che la Russia pervicacemente respinge). E sarebbe riemersa - da parte dello stesso Zelensky, raccontano - l'ipotesi di Roma come sede di un ipotetico prossimo step dei negoziati. Idea molto complessa da realizzare (non da ultimo perché pende sul presidente russo un mandato di arresto internazionale della Corte penale dell'Aja) e già respinta da Mosca. L'altra ipotesi emersa al tavolo sarebbe quella di Ginevra, che troverebbe il sostegno, tra gli altri, di Emmanuel Macron e Friedrich Merz.
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