Milano sotto inchiesta, le ragioni di Sala indagato: “Ho le mani pulite, resto qui a governare”

Le parole del sindaco in Consiglio
“Ho sempre agito nell’interesse dei cittadini”, ha dichiarato in Aula il sindaco coinvolto nell’indagine, “giustizia e politica si devono occupare di ambiti diversi”. Si dimette l’assessore all’Urbanistica

“Ho sempre agito nell’interesse dei cittadini senza vantaggi personali e senza favorire interessi privati. Ho le mani pulite. Vado avanti nel mio mandato, ci sono se la maggioranza c’è con responsabilità e cuore”. Questo in sintesi il discorso del sindaco di Milano Beppe Sala davanti al consiglio comunale mentre in piazza della Scala associazioni ambientaliste in un presidio gli chiedevano di farsi da parte.
L’altra novità della giornata, sia pure scontata e attesa sta nelle dimissioni dell’assessore alla rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, che ha detto di avere la coscienza pulita e di lasciare per rispetto della magistratura, del sindaco e dei colleghi. Tancredi è destinatario di una richiesta di arresto insieme ad altri cinque indagati sulla quale deciderà il gip dopo gli interrogatori preventivi. “Noi e nessun altro ha il dovere di mantenere gli impegni presi con le elettrici e gli elettori – ha detto Sala. – Sono motivato a proseguire, l’obiettivo è tenere insieme lo sviluppo e l’aiuto a chi è in difficoltà. Dobbiamo fronteggiare il problema del costo per abitare, agire sul ripristino degli appartamenti sfitti nel nostro patrimonio residenziale. Se su queste basi la maggioranza c’è, io ci sono con tutta la passione, la voglia, l’amore per una città di cui sono capace. Non c’è possibilità di destabilizzarmi”. “Giustizia e politica si devono occupare di ambiti diversi – ha aggiunto il sindaco- nel totale reciproco rispetto. Non intendo dare giudizi sui magistrati ma non posso non raccontare la mia versione. Chiedo a voi politici, sta bene a chi ambisce a governare la città o il Paese che indagini riservate diventino pubbliche? Ricordo a chi approfitta di queste situazioni, oggi a me domani a te”.
Sala ha ricordato che un consigliere di opposizione aveva diffuso la sua immagine in abito da galeotto. “Ho parlato del caso con il presidente del Consiglio e il presidente del Senato” che sono dello stesso partito del consigliere Marcora. “Ebbene la loro risposta la tengo per me” ha aggiunto il primo cittadino. La decisione sulla vendita dello stadio di San Siro riprenderà a settembre. Sala intendeva arrivare al voto entro questo mese ma il Pd ha subordinato proprio al rinvio il suo appoggio. Sullo stadio non sarà una scelta semplice perché alcuni consiglieri della maggioranza sono contrari. Il capogruppo di Forza Italia Riccardo Truppo ha osservato che sia Sala sia Tancredi sono prigionieri di questa maggioranza spiegando: “Signor sindaco speravo che lei evitasse di fare il vaso di coccio tra vasi di ferro”.
“Da Sala discorso sincero, ora avanti con energia” ha detto Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd in Regione e probabile candidato del centrosinistra alle prossime elezioni comunali. Adesso l’attenzione torna sull’aspetto giudiziario, agli interrogatori di domani per chi rischia l’arresto. Il gip Mattia Fiorentini non ha termini per decidere e potrebbe riservarsi fino a settembre. L’attualità delle esigenze cautelari di fatto è già affievolita adesso. Ma la priorità delle indagini non sembra l’arresto degli indagati.
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