Non basta alzare le pene contro i femminicidi


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editoriali
Approvato in commissione il nuovo progetto di legge. Bene l’unanimità, ma serve altro: aggravare le pene, come in sostanza si fa con questo provvedimento, raramente ha l’effetto di ridurre i reati
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La commissione Giustizia del Senato ha approvato all’unanimità un nuovo testo della legge sul femminicidio. Si tratta di una legge che ha il solo obiettivo di alzare le pene e questo è un limite di fondo che nessun emendamento può superare. Il problema, all’interno di questa logica discutibile, era quello di definire in modo chiaro le condizioni specifiche che fanno considerare femminicidio l’uccisione di una donna. Il testo originario presentato dalla maggioranza era stato criticato anche da esponenti della magistratura per il carattere poco definito. In particolare è stato precisato che è femminicidio, e quindi viene punito con l’ergastolo, l’assassinio se è “in relazione con il rifiuto della donna di instaurare o mantenere un rapporto affettivo”. Ora la strada per arrivare alla promulgazione della legge sembra in discesa.
La maggioranza è stata sensibile al tema e ha proposto un testo del quale restano in piedi gli elementi essenziali, cioè la durezza della pena, mentre le opposizioni hanno ottenuto precisazioni utili che rendono espliciti principi che nel testo originario erano riassunti in termini generali, che potevano apparire generici. C’è stato un intento costruttivo da tutte le parti, il che ha prodotto l’unanimità in commissione, che è un fatto abbastanza raro. Naturalmente aggravare le pene, come in sostanza si fa con questa legge, raramente ha l’effetto di ridurre i reati. Chi uccide una donna perché non si sottomette al suo volere non pensa prima se quell’atto ignobile gli può costare decine di anni di carcere o l’ergastolo. E’ bene che le forze politiche abbiano trovato un’intesa per punire severamente un reato particolarmente odioso, ma la strada per ridurre questo fenomeno non può finire qui. Rafforzare le reti informative e di assistenza per le donne in pericolo, rendere effettive le misure che impediscono a partner violenti di avvicinare le possibili vittime, sviluppare la coscienza del carattere essenziale della libertà di scelta delle donne, sono solo alcuni dei temi da sviluppare, non solo con leggi ma con comportamenti coerenti dei vari responsabili.
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