Ponte sullo Stretto, il Quirinale stoppa il decreto di Salvini: via le deroghe all’antimafia, scontro con la Lega

Le correzioni al testo

Cala il gelo tra il governo Meloni, ed in particolare il suo vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, e il Quirinale.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha imposto una modifica sostanziale al decreto Infrastrutture, testo approvato lunedì 19 maggio in Consiglio dei ministri, riunione che tra le altre cose aveva sancito la spaccatura tra Lega e il resto della maggioranza per la scelta dell’esecutivo di impugnare di fronte alla Corte Costituzionale la legge della Provincia autonoma di Trento che ha portato da due a tre il limite dei mandati consecutivi per il presidente della Provincia.
Al testo fortemente voluto da Salvini “per imprimere una forte accelerazione alla realizzazione di infrastrutture chiave, ottimizzare la gestione dei contratti pubblici, assicurare l’efficienza del sistema dei trasporti e valorizzare il demanio, in linea con gli obiettivi del PNRR e gli impegni europei”, il Quirinale ha imposto l’eliminazione dell’articolo che assegnava la competenza dei controlli antimafia per il ponte sullo Stretto di Messina al solo ministero dell’Interno.
Operazione che sarebbe stata di fatto una deroga ai normali controlli antimafia, tra l’altro per una opera pubblica enorme come il ponte sullo Stretto, che dovrebbe costare quasi 14 miliardi di euro. Salvini e il ministro degli Interni Matteo Piantedosi nella conferenza stampa dopo il CdM aveva rivendicato il testo e le modifiche sui controlli, spiegando che sarebbero stati “centralizzati” in un dipartimento del ministero dell’Interno con l’obiettivo di gestirli meglio in un’ottica di prevenzione di possibili reati, annunciando tra l’altro una struttura simile anche per i prossimi grandi eventi come le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina e per la gestione di casi di emergenza nazionale come la ricostruzione post-terremoto.
I tecnici del Quirinale hanno ritenuto di fatto inopportuno il provvedimento uscito dal Consiglio dei ministri di lunedì perché le deroghe previste dal decreto Infrastrutture sono appunto previsti in casi di emergenza o per eventi da organizzare in tempi stretti (come le Olimpiadi): non era il caso dunque del ponte sullo Stretto, che secondo le previsioni sarà concluso nel 2032.
La bocciatura imposta da Mattarella è stata accolta con grave imbarazzo al Ministero, ma anche rabbia. Secondo il Corriere della Sera Salvini e la Lega potrebbe riproporre la stessa deroga sotto forma di emendamento durante la discussione alla Camera o al Senato, in aperto scontro col Quirinale.
l'Unità