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Poveri che danno soldi ai miliardari: è la grande bellezza dell’America di Trump

Poveri che danno soldi ai miliardari: è la grande bellezza dell’America di Trump

Redistribuzione alla rovescia

Di che si tratta? Di un pacchetto di nuove norme che trasferiscono ai ricchi e ai ricchissimi una parte considerevole delle risorse economiche delle quali dispongono oggi i poveri

AP Photo/Charlie Neibergall
AP Photo/Charlie Neibergall

Trump – forse influenzato da Paolo Sorrentino – l’ha voluta chiamare Big Beautiful Bill (BBB), Con un po’ di approssimazione possiamo chiamarla “la legge della grande bellezza”. Di che si tratta? Di un pacchetto di nuove norme che trasferiscono ai ricchi e ai ricchissimi una parte considerevole delle risorse economiche delle quali dispongono oggi i poveri. In particolare Trump ha disposto una discreta riduzione delle tasse ai milionari, una forte riduzione delle tasse ai miliardari, e una fortissima riduzione del welfare e della sanità per i ceti “inferiori”.

Quale è l’idea alla quale si ispira? È il concetto di fondo dell’ideologia della destra, che però una parte consistente delle destre, quelle beneducate, non osano mai dichiarare. E cioè l’idea che la crescita e la forza di una società – e di uno Stato – sono determinate essenzialmente dalla solidità e dalla ricchezza degli strati sociali che stanno in cima alla piramide. Perché è da lì, dalla cima, che nasce lo sviluppo e la ricchezza. Mentre gli strati più poveri, sul piano del mercato e della finanza contano poco. E anche se si impoveriscono, si ammalano, o se vedono accorciarsi le prospettive di vita, non è un gran danno per la collettività. Cioè, meglio: è un danno, ma è un tipico danno collaterale, perciò sopportabilissimo, che comunque aiuta l’affermazione della top class. Di conseguenza Trump ha preparato una legge che prevede un taglio di mille miliardi (la metà del pil italiano) a Medicaid (che è quel pezzo di welfare che provvede all’assicurazione sanitaria gratuita destinata a circa 75 milioni di americani poveri, cioè a un po’ più del 20 per cento della popolazione degli Stati Uniti). Poi ci sono molti altri tagli meno quantificabili. Per esempio quelli ai food stamp, cioè il sistema del sostegno alimentare dei più poveri, per i quali sono state previste delle regole che escludono dal beneficio quasi la metà di quelli che oggi ne godono.

Nonostante queste bastonate, difficilmente Trump riuscirà a far tornare i conti. Perché i tagli fiscali sono molto costosi. In parte erano stati già varati dalla sua precedente presidenza, nel 2017. Ma erano tagli a tempo. Sarebbero dovuti durare 8 anni e finire con la fine del 2025. La legge della Grande Bellezza li rende definitivi e ne aumenta la consistenza, e dunque si presenta come una misura che avrà un impatto fortissimo nei prossimi anni o decenni. Infatti Trump ha messo nella legge anche una disposizione che aumenta di 5000 miliardi il tetto dell’indebitamento, perché teme che altrimenti la prossima legge del Bilancio farà scattare il “default”, cioè il fallimento. Trump ha faticato a far passare questa legge alla Camera. L’altra sera, fino all’ultimo momento, c’era la speranza che cadesse. I repubblicani alla Camera sono 220 e i democratici 213.

Moltissimi repubblicani non volevano votare. Anche a loro pareva un abominio. È stato il presidente della Camera, Mike Johnson, a convincerne molti. Alla fine sono rimasti solo due dissidenti che hanno votato con i democratici e la legge è passata 218 a 215. Johnson ha parlato di grande vittoria. Lui è un fedelissimo del “re”. Un ultraconservatore supercristiano che in nome di quel poveraccio di Gesù Cristo grida: “gli ultimi saranno sempre gli ultimi, avete letto male il Vangelo…”. Medicaid fu istituita nel 1965 da un omonimo di Mike Johnson. Il Presidente democratico Lyndon B. Johnson. Con una legge che si chiamò “Social Security Act”. Legge sulla sicurezza sociale. Si chiamano tutti Johnson ma le differenze tra destra e sinistra, in America, non sono mica tanto sottili.

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