Prato, la sindaca si dimette. Il pressing del partito e la ‘tegola’ Faggi, il giorno più rovente

Prato, 21 giugno 2025 – Sono le 18,20 quando Ilaria Bugetti si chiude le porte del Comune alle spalle. La prima cittadina, che solo il giorno precedente aveva detto pubblicamente in consiglio comunale di voler dimostrare la sua innocenza andando avanti nel suo ruolo, si è dimessa.

Una giornata infinita, quella dell’ormai ex sindaca del Pd che solo qualche giorno fa aveva spento le candeline del primo anno alla guida del Comune: la ‘torta’, qualche giorno dopo, si sarebbe rivelata amarissima.
La Dda di Firenze ha indagato Bugetti con l’accusa di corruzione assieme all’imprenditore Riccardo Matteini Bresci. Fino a giovedì, giorno del consiglio comunale, Bugetti non si era mossa di un millimetro, pronta e convinta di dimostrare la sua innocenza nell’interrogatorio preventivo che la aspetta lunedì.
Ieri è cambiato tutto. La giornata è iniziata con una riunione strategica del Pd: con la sindaca c’erano il segretario regionale Emiliano Fossi, quello proviciale Marco Biagoni e il deputato dem Marco Furfaro, ‘inviato’ dalla segretaria nazionale Elly Schlein.
Il caso Bugetti è una patata bollente, c’è poco da fare. Le elezioni per il nuovo Governatore della Toscana sono dietro l’angolo. E non è un caso che ieri pomeriggio il governatore Eugenio Giani, presente all’assemblea di Cna Toscana Centro, giusto pochi minuti prima delle dimissioni di Bugetti abbia rispedito al mittente qualsiasi rischiesta di commento.
Facile immaginare l’azione di pressing del partito sulla sindaca: un lungo lavoro di convincimento. E mettiamoci anche i 5 Stelle che sono dentro quel campo largo che con “l’affaire Prato” diventa... più scivoloso che spazioso, ecco.
Certo è che la tegola Faggi, che ha ricevuto ieri un avviso di garanzia per false attestazioni a pubblico ministro, abbia accelerato l’esito della pratica dimissioni. Faggi era stato interrogato come persona informata sui fatti qualche giorno fa dai pm titolari dell’inchiesta ed è pronto a presentare una memoria ricucendo ricordi e documenti: secondo i magistrati alcune sue dichiarazioni durante l’interrogatorio non sarebbero state coerenti con i dati a disposizione. “Non ho alcun interesse a dire bugie o a nascondere cose”, afferma Faggi.
Dopo la riunione con il partito la sindaca ha convocato la giunta d’urgenza per comunicare le proprie dimissioni. Poche righe alla stampa per sintetizzare la scelta: l’atto è stato protocollato e inviato alla Prefettura e alla Presidenza del Consiglio comunale al termine dell’incontro con la giunta.
“La decisione – spiega Bugetti – è motivata dal profondo rispetto istituzionale che nutro sia verso l’Ente Comune di Prato che verso la magistratura e dalla necessità di affrontare le imminenti fasi giudiziarie con la dovuta serenità, nella piena convinzione di poter dimostrare e documentare la totale estraneità rispetto agli addebiti che mi sono mossi e senza che il contestuale esercizio delle funzioni possa in alcun modo condizionare il confronto con l’Autorità giudiziaria”.
Il Pd toscano fa quadrato attorno alla sindaca parlando di dimissioni che “non hanno soltanto un valore rispetto all’iter giudiziario” ma “sono un gesto di amore e di affetto verso Prato”, le parole del segretario regionale dem, Emiliano Fossi. Mentre l’omologo comunale Marco Biagioni definisce quella dell’ex sindaca “una decisione personale difficile e sofferta, ma che antepone l’interesse di Prato a ogni altra considerazione. Siamo certi che Ilaria potrà chiarire la sua posizione davanti alla magistratura”. Anche Antonio Mazzeo, presidente del consiglio regionale toscano, esprime la sua vicinanza a Ilaria “le responsabilità pubbliche richiedono sempre scelte complesse, spesso dolorose”, dice.
“La decisione di Ilaria – le parole di Marco Furfaro, deputato e membro della segreteria nazionale Pd – è un grande atto di responsabilità e di rispetto verso le istituzioni e la magistratura. Ci batteremo per Prato, per i pratesi, che anche in questo frangente si sono dimostrati preoccupati ma rispettosi”.
E ora cosa succede? La sindaca dovrà consegnare le dimissioni al consiglio comunale: c’è tecnicamente un periodo di 20 giorni nelle quali può ritirarle. Alla scadenza di quella data, il ministero dell’Interno dovrà nominare un commissario prefettizio per reggere le sorti dell’amministrazione, sino alla convocazione di nuove elezioni. Nel frattempo emerge che ci sarebbe almeno una quarta persona indagata. Almeno. E non per forza un politico.
La Nazione