Sicilia, bufera sull’Ars: La Vardera chiede le dimissioni di Galvagno

Il deputato regionale Ismaele La Vardera rompe il silenzio dopo il sequestro del telefono alla portavoce di Galvagno e punta il dito contro il presidente dell’Ars: «Favori, conflitti d’interesse e regali da 30 mila euro. Il Parlamento non è suo»
Biglietti per concerti, fondi pubblici trattati come un conto personale, consulenze sospette a parenti dopo l’arrivo di stanziamenti e una portavoce che avrebbe accettato regali da 30 mila euro. È questa, secondo Ismaele La Vardera, la fotografia di un sistema che travolge Gaetano Galvagno, presidente dell’Assemblea regionale siciliana.
Il leader del movimento Controcorrente ha deciso di parlare solo dopo aver esaminato gli atti dell’inchiesta: «Ho atteso prima di esprimermi per leggere gli atti e capire, senza limitarmi a quello che usciva dalla stampa. Intercettazioni e comportamenti che si evincono dai documenti fanno capire che l’attuale presidente dell’Ars ha perso la bussola dell’etica e della morale, cosa inaccettabile per il suo ruolo».
La denuncia: “Il Parlamento non è proprietà del presidente”Secondo La Vardera, Galvagno non sarebbe solo il rappresentante di una parte politica, ma ricoprirebbe un ruolo istituzionale che impone rigore e imparzialità: «Il suo ruolo non è solo espressione di un partito, ma rappresentanza dell’intero Parlamento. Con questa inchiesta, la credibilità dell’istituzione è stata gravemente lesa».
Non usa mezzi termini, il deputato, che si dice il primo ad avanzare pubblicamente la richiesta di dimissioni: «Sono il primo deputato regionale a chiedere ufficialmente al presidente dell’Ars di fare un passo indietro dal suo ruolo».
I retroscena: la sorella, i regali e un telefono sequestratoLa posizione di Galvagno si complica ulteriormente dopo il sequestro del telefono della sua portavoce, evento che – secondo quanto riportato – avrebbe suscitato forte nervosismo ai vertici. «Il presidente è agitatissimo», avrebbe confidato la stessa portavoce, come emerso dagli atti.
A far discutere anche il coinvolgimento della sorella di Galvagno, che – secondo La Repubblica – avrebbe aiutato lady Dragotto, imprenditrice al centro di alcuni dei rapporti attenzionati dagli inquirenti.
L’appello ai partiti: “Difendiamo il Parlamento”La Vardera lancia un invito rivolto a tutte le forze politiche: «Faccio appello a tutti i partiti, di opposizione e di maggioranza, affinché si uniscano alla mia richiesta: il Parlamento è la casa della democrazia, non proprietà del presidente».
Il deputato conclude con un ringraziamento alla Guardia di finanza e alla Procura di Palermo: «Non posso che ringraziare il nucleo di polizia economico finanziaria e la magistratura per il grande lavoro svolto. Il loro impegno è stato fondamentale per fare luce su un sistema che mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni».
Sicilia News 24