Diverticolite: più fibre, meno infiammazione


Vomito, dolori e gonfiore addominale, stitichezza, nausea, diarrea, febbre a volte. Sono tutti possibili sintomi della diverticolite, ovvero dell’infiammazione che colpisce le estroflessioni dell’intestino. L’età (avanzata) e una certa familiarità vengono spesso annoverati tra i fattori di rischio, insieme a una dieta povera di fibre, al fumo e all’obesità. I cattivi stili di vita sono dunque da tempo tra i possibili indiziati, e una nuova ricerca, appena pubblicata sulle pagine di Gut, ribadisce il peso di tutti questi fattori nel rischio di sviluppare diverticolite. Le abitudini alimentari, l’esercizio fisico, la rinuncia al fumo possono aiutare a ridurre il rischio di diverticolite, anche in presenza di una suscettibilità genetica.
Lo studio in questione, nel dettaglio, ha messo insieme i dati genetici e sugli stili di vita riguardanti in totale oltre 200 mila persone. I ricercatori hanno utilizzato un sistema per valutare, sulla base dei fattori di rischio legati agli stili di vita, il rischio di diverticolite. Questo sistema, semplificando, assegna un punteggio a quelle abitudini giudicate più sane. Successivamente hanno collegato le valutazioni sugli stili di vita al rischio di sviluppare diverticolite, confermando il ruolo protettivo di rinuncia al fumo, controllo del peso, dieta ricca di fibre ed attività fisica. D’altra parte invece consumi più elevati di carne rossa sono stati associati a un maggior rischio di malattia.
Gli stili di vita come forma di prevenzioneA partire dai dati genetici disponibili per circa 30 mila dei pazienti inclusi nelle analisi, i ricercatori hanno elaborato anche un indicatore del rischio genetico per la diverticolite (valutato attraverso un polygenic risk score). E anche in questo caso hanno osservato che, a prescindere dal rischio genetico, più o meno alto, uno stile di vita più sano era associato a una minor incidenza di diverticolite, si legge nel paper.
I risultati di questo nuovo lavoro suonano così come una conferma, in attesa di nuovi studi nel campo, delle indicazioni generali già diffuse dalle principali istituzioni sanitarie in materia. Una dieta ricca di fibre, uno stile di vita attivo, sono infatti raccomandate come mosse preventive (mentre la riduzione del consumo di alimenti ricchi di semi andrebbe riconsiderata, non essendoci prove a sostegno, spiegano gli esperti).
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Questi fattori, insieme, possono infatti favorire in modi diversi il transito intestinale, spiegano dall’Istituto superiore di sanità, scoraggiando la formazione e l’infiammazione dei diverticoli.
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