Malattia del trapianto di midollo, un documento per la gestione

Promuovere un approccio multidisciplinare e integrato nella gestione della GvHD cronica, (Graft-versus-Host Disease), malattia del trapianto contro l'ospite, che si sviluppa quando, nei casi di trapianto di midollo osseo, le cellule immunitarie del donatore riconoscono come estranei i tessuti del ricevente, attivando una risposta immunitaria che può danneggiarli. È questo l'obiettivo del documento di indirizzo 'La GvHD cronica: dalla conoscenza alla gestione del paziente' presentato oggi su iniziativa della senatrice Elisa Pirro, presidente dell'intergruppo parlamentare per la donazione e il trapianto di organi, tessuti e cellule. Nato nell'ambito del progetto G.R.A.C.E (GvHD Response and Awareness for Care and Engagement), promosso da Sanofi con istituzioni, società scientifiche e associazioni pazienti, il documento ha l'obiettivo di sensibilizzare istituzioni e stakeholder su questa patologia potenzialmente letale. La GvHD è una condizione immunomediata sistemica che può colpire tra il 20% e il 50% dei pazienti sottoposti a trapianto di midollo osseo. Nella forma cronica può coinvolgere, oltre agli organi colpiti nella forma acuta, anche pelle, occhi, mucose orali ed esofagee, fegato, intestino e sistema muscoloscheletrico. "La GvHD cronica è una condizione ancora poco conosciuta, ma che incide profondamente sulla qualità della vita di chi la affronta", ha dichiarato Pirro. Il documento promuove una maggiore conoscenza della patologia e della sua gestione, migliorando l'identificazione precoce e il trattamento delle complicanze della patologia, con il fine ultimo di elevare gli standard di cura e la qualità di vita dei pazienti. Tra gli obiettivi: istituire un registro nazionale GvHD; riconoscere la cGvHD come malattia rara e invalidante; istituire la Giornata Nazionale della GvHD cronica e la Giornata Nazionale del trapianto di cellule staminali emopoietiche; promuovere campagne di sensibilizzazione; introdurre il percorso diagnostico terapeutico assistenziale per definire standard assistenziali; garantire la formazione di team multidisciplinari nei centri trapianto (infermieri, ematologi, dermatologi, gastroenterologi, oculisti e pneumologi).
ansa