Tumore al polmone, nel 70% dei casi la diagnosi arriva tardi

Il tumore polmonare colpisce ogni anno, in Italia, oltre 44.000 persone e provoca 36.000 decessi. Nel 70% dei pazienti la diagnosi arriva in fase avanzata, quando la neoplasia non è più operabile. Tuttavia, screening mirati nei soggetti più a rischio, come i forti fumatori over 55, possono aumentare la sopravvivenza fino al 90%. Si basa su questo il programma lanciato dall'Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini a cui, in sei mesi, hanno aderito oltre 1400 persone.
In Italia lo screening polmonare non è ancora incluso tra le prestazioni garantite a tutti i cittadini dal Servizio Sanitario Nazionale (o Livelli essenziali di assistenza). Per questo è nato il progetto nazionale Rete Italiana Screening Polmonare (Risp), coordinato dall'Istituto Nazionale Tumori di Milano, a cui aderiscono però solo 18 centri. In aggiunta ma in autonomia, è partito il programma gratuito del San Camillo: si basa su un questionario online, disponibile sul sito dell'Azienda, che consente di valutare l'idoneità allo screening sulla base dell'età e dell'abitudine al fumo. Gli idonei ricevono un appuntamento per una visita pneumologica, durante la quale vengono analizzati tutti i fattori di rischio e, se necessario, prescritta la tomografia computerizzata del torace a basso dosaggio. I risultati sono stati illustrati a un convegno ospitato oggi nell'ospedale romano. In soli sei mesi di attività, 1.460 cittadini hanno compilato il questionario, 845 (58%) sono risultati idonei, 440 hanno effettuato la visita pneumologica, 308 Tomografie sono state eseguite, 11 pazienti hanno ricevuto indicazione chirurgica, 5 sono già stati operati. Sono stati inoltre scoperti altri tumori sincroni.
"Il nostro obiettivo è offrire ai forti fumatori una reale opportunità di diagnosi precoce", spiega Giuseppe Cardillo, direttore Uoc Chirurgia Toracica dell'Azienda e coordinatore dell'iniziativa. "Garantire cure a tutti, indipendentemente dal reddito, dal luogo di nascita, dal livello di istruzione, è un principio che è nella Costituzione e che oggi va difeso", conclude Angelo Aliquò, direttore generale del San Camillo Forlanini.
ansa