La corsa degli umanoidi entra nel vivo, è già un mercato miliardario

Per decenni, il robot umanoide è stato un pilastro della fantascienza, un simbolo di un futuro tanto affascinante quanto lontano. Servitori, compagni o, nelle narrazioni più cupe, antagonisti, hanno popolato il nostro immaginario collettivo. L’era della robotica sta vivendo una trasformazione epocale: dalle braccia meccaniche confinate nelle gabbie di sicurezza delle fabbriche, si passa a macchine autonome con sembianze umane, progettate per camminare, interagire e lavorare al nostro fianco. Il più mediatico degli esempi è Optimus di Tesla. Presentato inizialmente con un certo scetticismo, il progetto guidato da Elon Musk ha guadagnato credibilità nel tempo. Così come Figure AI, che produce l’omonimo robot basato su una piattaforma interna, Helix, dopo il divorzio da OpenAI.
E poi Amazon, decisa a puntare su corrieri-robot per aumentare le consegne e non perdere la corsa ad un mercato, quello degli umanoidi, che varrà 38 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni, secondo Goldman Sachs.
Tesla continua a perdere pezzi. L’ultimo è Milan Kovacic, un dirigente massimo del progetto Optimus. Ma l’azienda non si ferma, anzi. A maggio, ha postato nuovi video che mostrano gli umanoidi mentre ballano e puliscono. Optimus ha anche posato con Kim Kardashian e fa parte del piano di Musk per la colonizzazione di Marte. L’imprenditore ha affermato che un giorno i suoi Optimus potrebbero generare un fatturato di 10 trilioni di dollari, creando un mercato sia in ambito aziendale che privato, per l’impiego nella vita di tutti i giorni, compresi i lavori domestici e la cura dei bambini. Negli aggiornamenti recenti, Optimus conserva lo stesso aspetto a cui ci aveva abituati. È sotto la scocca la vera novità: il robot poggia le sue attività su una sola rete neurale, che rende più veloce la presa di decisioni, in media elaborate in 3 millisecondi.
La risposta a Tesla è Figure AI, nome nuovo del settore su cui aveva scommesso anche OpenAI. L’evoluzione è la generazione 03, presentata sui social dal fondatore Brett Adcock con un perentorio “è l’hardware più potente che io abbia mai visto”. Una rivoluzione vera e propria, che riguarda gli aspetti meccanici e quelli logici. Helix è un sistema operativo proprietario basato su un modello “visione-linguaggio-azione” (VLA). Questa tecnologia permette ai robot di interpretare comandi espressi in linguaggio naturale ed eseguire compiti complessi senza necessità di programmazione preventiva specifica. Il 7 giugno su X, Adcock ha pubblicato un video della durata di un’ora in cui si vede Figure svolgere attività manuali in fabbrica, per lo più alle prese con sacchetti e la comprensione di oggetti diversi da quelli per cui è stato programmato. Helix può passare dallo smistamento autonomo dei pacchi al passaggio diretto ad un collega umano. Il robot agisce in seguito ad un’indicazione fornita in tempo reale da un supervisore e non dopo un aggiornamento in laboratorio, che ne velocizza ulteriormente l’inserimento in fabbrica e la crescita in mansioni.
Meno appariscente degli altri ma forse più utile.
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