Meta: «Paga o useremo i tuoi dati per la pubblicità». Come tutelare la nostra privacy su Facebook e Instagram


Meta sta lanciando una nuova raffica di messaggi su Facebook e Instagram, chiedendo agli utenti di scegliere tra due modelli d’utilizzo: continuare a usare gratuitamente le piattaforme accettando la pubblicità personalizzata, oppure sottoscrivere un abbonamento mensile per rimuovere completamente gli annunci e la profilazione dei dati. La schermata di scelta si presenta all’apertura dell’app o del sito e blocca temporaneamente l’accesso ai contenuti fino a quando l’utente non effettua una selezione.
Che cosa fare? E cosa significa questa scelta, di preciso, per i nostri dati? Molti utenti sono confusi, in queste ore. E pochi sanno che in realtà c’è una terza scelta, nascosta tra le impostazioni di Facebook e Instagram: gratis ma con pubblicità molto meno invasiva.
Vediamo bene: noi abbiamo contato ben sei clic per arrivare all’impostazione privacy più importante sulla pubblicità.

L’abbonamento mensile per utilizzare Facebook e Instagram senza pubblicità è stato introdotto alla fine del 2023, ma a partire da novembre 2024 i prezzi sono stati ridotti. Oggi in Italia l’utilizzo tramite browser web costa 5,99 euro al mese per il primo account, con un’aggiunta di 4 euro mensili per ogni profilo collegato. Su dispositivi mobili, invece, l’abbonamento costa 7,99 euro per il primo account e 5 euro per ciascun account aggiuntivo, per coprire le commissioni imposte dagli store digitali.
Se paghiamo non ci sarà pubblicità Meta, ma potremo continuare a vedere contenuti brandizzati, ossia post, video o altri tipi di contenuti pubblicati da un creator o influencer per conto di un brand, con l’obiettivo di promuovere prodotti o servizi.
In qualsiasi momento, gli utenti possono accedere al proprio Centro gestione account e modificare le preferenze pubblicitarie. È possibile attivare o disattivare l’abbonamento.
La sottoscrizione rimane facoltativa: chi non paga può continuare a usare i social gratis.
Chi sceglie di non sottoscrivere l’abbonamento accetta che i propri dati – interessi, attività sulle app, interazioni e comportamenti online – siano utilizzati per proporre pubblicità personalizzata.
A questo punto però possiamo fare di meglio rispetto che subire passivamente l’opzione di Meta: frughiamo a fondo nelle impostazioni di Facebook e Instagram, fino ad arrivare al “centro gestione account” (unico tra i due social), accessibile via web o via app, sotto le impostazioni privacy-centro sulla privacy. Sì, ci vogliono un po’ di clic per arrivarci. Sarà un caso? Secondo Beuc (l’associazione consumatori europei) no, Meta non ci tiene a farci configurare queste opzioni per aumentare la privacy.
Tant’è: una volta arrivati al centro gestione account nessuno ci può fermare.
Qui l’opzione più importante si trova sotto “gestisci i tuoi account”, “preferenze relative alle inserzioni”, impostazioni sulle inserzioni, e, finalmente, dopo sei clic dall’inizio del viaggio, “esperienza pubblicitaria”.
Qui possiamo scegliere “inserzioni meno personalizzate” invece di “inserzioni personalizzate”.
Gli annunci vengono selezionati in base a un insieme ristretto di dati, come età, genere, area geografica e comportamento nella sessione in corso. Gli annunci risultano così meno rilevanti per l’utente, ma Meta mantiene la possibilità di monetizzare la visibilità attraverso brevi interruzioni pubblicitarie non ignorabili, inserite durante l’uso delle app.
Non è finita: da “informazioni dei partner pubblicitari sull’attività” possiamo tutelare ancora di più la nostra privacy. Spiega Meta: “per poterti mostrare inserzioni che ti aiutino a scoprire cose nuove, è utile per noi sapere cosa ti piace. Quando visiti il sito web o l’app di un partner pubblicitario oppure acquisti qualcosa nei suoi punti vendita, il partner potrebbe inviarci informazioni su tale attività e sulle azioni che hai eseguito. Questo ci aiuta a mostrarti inserzioni pertinenti per te e interessanti tanto quanto i contenuti che vedi di solito. Tuttavia, se lo desideri, useremo queste informazioni solo per questo scopo”. Ecco, scegliamo di “non rendere le mie inserzioni più pertinenti usando queste informazioni”.
Da categorie usate per raggiungerti possiamo limitare in modo chirurgico i dati su di noi utilizzabili (titolo di studio, lavoro…) per la pubblicità.
Torniamo in “Preferenze relative alle inserzioni” e da “inserzionisti che hai visto” possiamo cancellare alcune pubblicità che non vogliamo più vedere. Utile anche “argomenti delle inserzioni”, per cancellare quelli che non vogliamo siano usati per la nostra pubblicità, basati su nostri interessi.
Tutte queste opzioni, a partire da quella per abbonarsi e togliere la pubblicità, è una risposta di Meta alle autorità europee, che hanno più volte segnalato l’inadeguatezza del modello “paga o acconsenti” (a farti profilare per la pubblicità) rispetto ai principi del Gdpr (regolamento privacy) e del Digital Markets Act.
L’Europa resta critica nei confronti di Meta, nonostante gli ultimi aggiustamenti.
La Commissione Europea ha chiesto a Meta di fornire un servizio gratuito che utilizzi meno dati personali e che al tempo stesso sia effettivamente equivalente in termini di qualità e funzionalità al servizio con pubblicità personalizzata.
Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.
Iscrivitiilsole24ore