Navigare sul web con l’intelligenza artificiale? Ora si può


Un browser con l’AI al centro. O forse, proprio: un’intelligenza artificiale in forma di browser come ponte universale e smart di accesso al web. Dia, la nuova creatura di The Browser, sta facendo qualcosa di diverso con l’IA. Questo nuovo browser la inserisce in vari aspetti dell’esperienza di navigazione web. Sì, il trend è chiaro, tante aziende vogliono semplificare la navigazione e, con questa, l’accesso alle informazioni internet. Tra queste anche OpenAI, che secondo Reuters, sarebbe pronta a lanciare un navigatore web basato sulla sua intelligenza artificiale generativa. La strategia è quella di sfidare Google Chrome di Alphabet che domina con percentuali superiori al 90% il mercato dei browser.
Microsoft già da tempo ha messo l’assistente AI nel browser Edge e ci sono altri esempi notevoli, come il browser Opera. Google, OpenAI e Perplexity da par loro stanno rivoluzionando la navigazione web tramite l’AI. E altro promettono di fare i primi due, con gli agenti AI che si interfacciano con il web per trovare dati, fare azioni al posto nostro.
Dia è apparso però a molti esperti come qualcosa di diverso. Una specie di Chrome al gusto di AI, ben integrata nell’esperienza utente. Dove la comodità e l’usabilità non è sacrificata all’innovazione perseguita a tutti i costi. The Browser ci aveva già provato con il prodotto Arc, innovativo ma di nicchia. Ora lo soppianta a favore di Dia.
L’idea generale è quella di avere a disposizione un assistente in grado di eseguire qualsiasi operazione, dalla ricerca sul web alla navigazione sui social media, all’interno di un browser.
Si arriva a un’esperienza di navigazione semi-autonoma, per ora solo su Mac, dove Dia è disponibile in versione beta su inviti.
Dia si presenta quindi come un browser web con un agente AI inserito nella barra laterale. È basato su Chromium, lo stesso motore che alimenta Chrome ed Edge. È un vantaggio: ci ritroveremo trasferiti qui tutti i dati di navigazione e le estensioni presenti sugli altri browser.
L’AI ci assiste in vari modi sul web. Per esempio, vogliamo cercare le spiagge più belle da visitare in Sardegna meridionale. Spesso in questi casi dobbiamo confrontare diverse guide, che apriamo in varie schede da consultare. Oppure possiamo chiedere la risposta finita a un chatbot e fidarci occhi chiusi. Scomodo nel primo caso; rischioso, nel secondo.
Dia è un compromesso tra i due mondi. Con il comando “schede” nella chat AI di Dia, gli facciamo creare una tabella per confrontare le informazioni presenti. Allo stesso modo può riassumere recensioni di un prodotto, di un ristorante.
Leggiamo una notizia e ne non capiamo il contesto, i presupposti? Selezioniamo la prima frase dell’articolo e chiediamo “cosa è successo” nel campo dell’AI.
Ci sono poi altre funzioni, anche sofisticate e programmabili dall’utente (tipo “macro” o routine, ad esempio per copiare link da schede su prodotti Amazon e inserirli in email o documenti o aggiungerli al carrello); ma di base il bello di Dia è che sa cosa sta succedendo sullo schermo e nelle diverse schede del browser. Risparmiamo tempo ma teniamo un controllo sulla navigazione. Scegliamo le fonti dell’AI e sono i nostri comandi a farla partire.
Nemmeno Dia, come tutte le AI generative, è immune dagli errori, certo; ma è un prezzo base da pagare per queste comodità.
Se ci piace l’idea, un’alternativa già disponibile per tutti può essere Opera a il suo assistente AI gratuito Aria. Può sintetizzare pagine web (con modalità “Page Context”), tradurre testi evidenziati e spiegare concetti estratti dal contesto. Aria gestisce anche le schede: dietro comando vocale o testuale può raggrupparle, chiuderle o salvarle. Opera ha specificato che Aria è alimentata dal proprio motore Composer AI, che utilizza tecnologie OpenAI e Google, permettendole di generare testi (articoli, email), immagini da prompt testuali e persino analizzare foto inserite (ad esempio per riconoscere luoghi o trascrivere slide).
I colossi non stanno a guardare, anzi.
Microsoft Copilot integrato in Edge può riassumere articoli, tradurre testi, aiutare nella scrittura (es. generare email o riassunti). Da giugno, agli utenti Copilot Pro americani, tramite la funzione Copilot Actions può svolgere compiti online come prenotare voli o compilare form. Gli agenti, appunti. Google invece ha annunciato di recente che porterà la sua AI Gemini dentro Chrome (dopo averla lanciata all’interno del motore di ricerca). Operator di OpenAI (disponibile solo a utenti Pro negli Usa) è un agente che naviga al posto nostro, con il browser integrato.
In futuro forse la scelta per gli utenti è quali livello di controllo mantenere e quanta autonomia concedere a questi strumenti.
Ci sono anche risvolti privacy. The Browser Company afferma che Dia memorizza chat, cronologia, segnalibri, contesto di navigazione e file sul dispositivo dell’utente, anche in forma crittografata. L’azienda garantisce inoltre agli utenti l’anonimizzazione dei dati, la cancellazione sicura entro 30 giorni dai server e una politica rigorosa che vieta ai partner di utilizzare in modo improprio i dati degli utenti.
Il tema è divisivo, ci sono infatti aziende che ci puntano per differenziarsi. In particolare Brave, browser attento alla privacy e pure dotato di AI, Leo. Garantisce che le conversazioni con Leo sono anonime: i modelli AI utilizzati (come Mixtral di Mistral, Anthropic Claude, Meta Llama) sono ospitati da Brave e non memorizzano informazioni identificabili dell’utente.
Di fondo, usare l’AI (ancora di più che altri servizi digitali) è una questione di fiducia. Sta a noi valutare quanto accordargliene e in quali casi. Bene quindi che nascano prodotti come Dia e Brave che ci permettono di modulare questa facoltà.
Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.
Iscrivitiilsole24ore