TikTok adesso dà vita alle foto: l’Intelligenza artificiale è sempre più integrata nei social

La corsa all’integrazione dell’intelligenza artificiale all’interno delle piattaforme digitali prosegue senza sosta dopo il lancio dei vari tool di Meta AI nelle app di Menlo Park delle scorse settimane. Dopo quelle novità anche TikTok alza la posta in gioco con l’introduzione di AI Alive – che non è però attiva per gli utenti italiani - un nuovo strumento che consente agli utenti di creare video animati partendo da semplici fotografie.

Un’evoluzione che conferma come l’AI stia diventando non solo un supporto tecnico ma il cuore pulsante della produzione di contenuti social. Con tutti i rischi del caso. Con oltre 1,5 miliardi di utenti attivi ogni mese nel mondo e circa 19 milioni solo in Italia (Datareportal 2024), TikTok si posiziona all’avanguardia nella sperimentazione di strumenti generativi, offrendo funzioni sempre più automatizzate e accessibili direttamente dall’interno dell’app. Ma senza lanciare una sua AI generale.

AI Alive: una foto, un prompt, e il video prende vita

AI Alive è accessibile direttamente dalla fotocamera per realizzare le storie di TikTok e si rivolge a un pubblico ampio: non serve naturalmente saper montare video o padroneggiare software di editing. L’utente seleziona una foto dal proprio rullino, scrive una breve descrizione — il classico prompt in stile “fai animare questa scena” — e lascia che l’algoritmo faccia il resto. Il risultato è un video breve, arricchito da movimenti, effetti atmosferici e visivi generati in modo coerente con il contesto. La generazione del contenuto richiede qualche minuto e i risultati variano a seconda della complessità, come ha notato anche The Verge: mentre i prompt più semplici funzionano bene, le richieste complesse risultano ancora imprecise. Ma il potenziale creativo, soprattutto per le Stories e i formati rapidi, è notevole.

Contenuti sotto controllo: sicurezza e verifiche automatiche

Per rispondere alle (tante) preoccupazioni legate all’uso dell’AI, TikTok ha implementato un sistema multilivello di moderazione. Ogni fase — dalla foto iniziale al prompt, fino al video generato — passa attraverso filtri automatici per verificare che non violi le policy della piattaforma. Prima della pubblicazione, scatta un’ulteriore verifica assicura il rispetto degli standard di sicurezza. Inoltre, tutti i video creati con AI Alive vengono etichettati come “contenuti generati da AI” (opzione che già esiste ma va impostata manualmente quando si pubblicano storie o post) e incorporano metadati C2PA, un protocollo internazionale che garantisce la tracciabilità e l’autenticità dei contenuti digitali, evitando confusione con materiale reale o manipolato.

Precedenti controversi: il caso del filtro “sway dance”

Non è la prima volta che TikTok sperimenta con l’AI generativa. Di qualche tempo fa è l’AI Sway dance, lanciato nei mesi scorsi, ha attirato critiche dopo che alcuni utenti hanno segnalato la presenza di volti sconosciuti nei video, ovviamente mai caricati in modo volontario. Un episodio che ha sollevato dubbi sulla gestione delle immagini e sull’uso di database visivi esterni. Da qui la necessità, ribadita dalla piattaforma, di rafforzare i protocolli per la tutela dell’identità digitale.

AI e creatività diffusa: un nuovo linguaggio per l’era social

L’intelligenza artificiale sta diventando un’estensione delle idee dell’utente, trasformandole in prodotti multimediali compatibili con i ritmi e le estetiche dell’industria dei contenuti contemporanea. E c’è solo da aspettarsi ancora di più con gli agenti AI che magari potranno prendere direttamente in mano la gestione di un profilo. In parallelo crescerà anche l’urgenza di educare gli utenti a distinguere l’autenticità dalla sintesi digitale — e a gestire consapevolmente le nuove potenzialità creative.