Verifica dell’età online, l’Ue lancia un'app sperimentale. Primi test anche in Italia: come funziona

La Commissione Europea ha introdotto nuove linee guida per tutelare i minori nel mondo digitale, insieme a un'app sperimentale pensata per controllare l'età degli utenti sulle piattaforme online, come previsto dal Digital Services Act.
Lo ha annunciato la vicepresidente della Commissione, Henna Virkkunen. “Garantire la sicurezza dei nostri bambini e ragazzi online è di fondamentale importanza per questa Commissione - ha spiegato Virkkunen -. Le piattaforme non hanno scuse per continuare a metterli a rischio”.
I primi test anche in ItaliaAlla fase di sperimentazione dell’app parteciperanno Italia, Francia, Spagna, Grecia e Danimarca.
I cinque Stati membri saranno i primi ad adottare uno strumento open source con l’obiettivo di integrarlo nei rispettivi portafogli di identità digitali o di offrire una app nazionale indipendente sugli app store.
“Parallelamente – si legge sul sito della Commissione Europea – verranno effettuati test approfonditi con diverse piattaforme online, compresi i fornitori di contenuti per adulti. Le piattaforme che non partecipano ancora alla sperimentazione sono invitate a unirsi alla fase di test”.
I test con gli utenti sono già iniziati alla fine di giugno e saranno ampliati con il supporto dei Centri europei per un Internet più sicuro.
Il prototipo dell'app pensata dall’Ue rappresenta un un "gold standard", vale a dire il modello più avanzato e affidabile oggi disponibile per verificare l’età online. Questo significa che viene considerato un esempio ideale da seguire in termini di sicurezza, efficacia e rispetto della privacy.
L'app consentirà agli utenti di dimostrare in modo semplice se hanno più di 18 anni - ad esempio per accedere a contenuti destinati solo agli adulti - senza dover rivelare dati sensibili come la loro età precisa o la loro identità.
Come funzionerà l’app per la verifica dell’etàQuando l’app sarà attiva, l’utente potrà usarla per dimostrare di avere l’età richiesta: un ente autorizzato controllerà i suoi dati personali (come la data di nascita), ma le piattaforme riceveranno soltanto una conferma generica che l’utente ha più di 18 anni, senza accedere ad altre informazioni. La verifica e l’utilizzo del certificato d’età saranno gestiti da soggetti distinti, così da mantenere l’anonimato. Chi rilascia la prova non saprà dove viene usata, e ogni verifica potrà essere utilizzata una sola volta, impedendo qualsiasi forma di tracciamento tra piattaforme.
“Tecnicamente sarà possibile estendere questa soluzione anche ad altri limiti di età o ad altri usi, come ad esempio l’acquisto di alcolici – fa sapere l’Ue -. Gli Stati membri potranno decidere se farlo nel momento in cui personalizzeranno il sistema a livello nazionale, o in un secondo momento”.
L’Ue ha presentato il nuovo strumento sottolineando l’alto livello di riservatezza che lo contraddistingue: nessuno potrà sapere quali contenuti vengono visualizzati in seguito all’utilizzo dell’app, né sarà possibile tracciare o ricostruire la cronologia delle attività online.
"Durante la fase pilota, la soluzione verrà migliorata con nuove funzionalità – spiega la Comissione Europea -. Oltre all’integrazione con l’eID (identità digitale), saranno aggiunte ulteriori modalità per dimostrare di avere più di 18 anni. Il sistema verrà potenziato anche con le più recenti tecnologie di tutela della privacy, come le zero-knowledge proof. Le funzionalità legate alla tutela della privacy non potranno essere modificate, ma gli Stati membri potranno personalizzare l’interfaccia e i contenuti dell’app, ad esempio adattandoli alla lingua nazionale o al design locale”.
La nuova app rappresenta uno dei possibili elementi del futuro portafoglio europeo di identità digitale, un sistema che punta a fornire un’identità sicura e integrata in tutti i servizi digitali, inclusa la verifica dell’età senza sacrificare la privacy.
Che cos’è il Digital Service ActL’app sperimentale voluta dall’Ue è in linea con il Digital Services Act, entrato in vigore il 17 febbraio 2024.
Il regolamento impone obblighi specifici alle piattaforme, in particolare a quelle di grandi dimensioni e facilmente accessibili ai minori, affinché adottino misure proattive per mitigare i rischi e garantire un ambiente più sicuro per i giovani utenti.
Le linee guida del DSA richiedono alle piattaforme di valutare tali rischi (tramite un risk review) e scegliere tra metodi diversi per verificare l’età di chi le frequenta: autodichiarazione, stima dell’età o verifica robusta (basata su documenti o identità digitali).
L’autodichiarazione è considerata inadeguata nei casi di rischio elevato, mentre la stima può non bastare per contenuti 18+. In questi casi, insomma, serve una verifica solida, idealmente proprio tramite il futuro portafoglio europeo di identità digitale, che però è previsto entro la fine del 2026.
Nel frattempo, la app sperimentale proposta dall’Ue potrebbe tornare utile per verificare l’età degli utenti senza rivelare dati aggiuntivi sulle persone.
La Repubblica