Genio, rigore e provocazione, l'arte di Dalí in mostra a Roma

(di Marzia Apice) Il genio creativo accanto al rigore tecnico, la provocazione e il rispetto per i grandi dell'arte - Velázquez, Vermeer e Raffaello su tutti, ma anche il contemporaneo Picasso -, l'originalità e la citazione: c'è tutto questo e molto altro nella poliedrica, controversa e visionaria personalità artistica di Salvador Dalí, celebre artista catalano che a ottobre sarà protagonista di una grande retrospettiva a Roma. Appuntamento il 17 ottobre a Palazzo Cipolla, Museo del Corso - Polo museale con la mostra "Dalí. Rivoluzione e Tradizione", organizzata dalla Fondazione Roma, in collaborazione con la Fundació Gala-Salvador Dalí, con il supporto organizzativo di MondoMostre e con il patrocinio dell'Ambasciata di Spagna. Allestita fino al 1 febbraio 2026, sotto la direzione scientifica di Montse Aguer, Direttrice dei Musei Dalí, e la curatela di Carme Ruiz González e Lucia Moni, la retrospettiva apre in concomitanza con la ricorrenza del centenario dalla prima mostra personale dell'artista spagnolo. Compongono il percorso oltre 60 opere tra dipinti e disegni, accompagnati da documenti fotografici e audiovisivi che permetteranno al pubblico di conoscere la parabola artistica di Dalí in modo esaustivo, la sua adesione al surrealismo e poi la creazione di un linguaggio del tutto originale, sottolineando anche il suo interesse per la scienza, la letteratura, la filosofia e il cinema. Ma come è ovvio il focus sarà sull'arte: divisa in quattro sezioni, la mostra infatti si concentra sui 4 artisti che maggiormente hanno plasmato la ricerca di Dalí. L'artista a partire dagli anni '30 dichiarò esplicitamente la volontà di "diventare un classico", indicando in Velázquez, Vermeer e Raffaello i suoi modelli supremi. Ai tre maestri, si aggiunse anche l'illustre contemporaneo Pablo Picasso, incontrato a Parigi nel 1926, e con il quale ebbe un rapporto di stima, rivalità e confronto intellettuale vivissimo.
ansa