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La pista del denaro

La pista del denaro

La buona notizia per Vector, CIBanco e Intercam è che il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha concesso una proroga di 45 giorni per implementare misure correttive per le loro attività rischiose. La cattiva notizia è che l'intervento gestionale della National Banking and Securities Commission non cesserà. Tutt'altro.

La proroga della scadenza è un merito per le autorità fiscali messicane, che hanno rapidamente superato gli errori iniziali e hanno intrapreso un percorso di contenimento e collaborazione con il nemico comune: i cartelli della droga.

Il rischio di una corsa agli sportelli si è rapidamente dissipato e ora le operazioni quotidiane degli istituti finanziari sono soggette a un attento controllo. Allo stesso modo, la rendicontazione esterna dei loro bilanci è stata sottoposta a revisione contabile da parte di KPMG.

Il dipartimento fiduciario della CIBanco è nel caos più totale e l'intervento del governo potrebbe sfociare in un'altra importante operazione: il trasferimento di quei fondi alla Nafin.

Dalle reazioni iniziali all'ostracismo. Sebbene la società di intermediazione di Monterrey sia stata maggiormente esposta a livello mediatico, gli istituti bancari stanno attualmente affrontando una crisi di reputazione... e una serie di denunce per pratiche che ledono gli interessi dei loro clienti.

Prestiti personali non garantiti, triangolazione con società di comodo e doppia contabilità... Queste accuse smascherano una frode sistemica, sofisticata e silenziosa che coinvolge altri intermediari finanziari, come Sacbepayment e FINSUS, ma anche alcuni dei Big Seven.

Incidenti isolati o furto chirurgico? Le prove più convincenti indicano una struttura in cui gli azionisti si prestavano reciprocamente centinaia o miliardi di pesos senza garanzie, senza rendicontazioni contabili e senza alcuna intenzione di restituirli. E all'intermediazione di società fittizie, veicoli per simulare transazioni in valuta estera e occultare prestiti personali.

Assegni scoperti, conti ponte e banche alleate che, conoscendo la vera fonte dei fondi (ovvero che i veri proprietari non esistevano e che la società era una facciata), eseguivano trasferimenti per coprire le passività generate dagli azionisti tramite transazioni in valuta estera, il tutto con un'apparenza legittima.

Il segreto bancario impone che i nomi delle persone coinvolte e i numeri di conto rimangano riservati negli esempi documentati dai querelanti, che sono stati interessati da queste reti che operavano con CIBanco, Intercam e FINUS Financiera Sustentable, tra gli altri.

Al centro del sistema, sostengono, ci sono i servizi elettronici di marketing diretto. Alla CIBanco, spiegano, operava un'area speciale, chiamata International Dynamic Portfolio, che gestiva la contabilità parallela e occultava le transazioni non registrate, attività gestita con la consapevolezza di diversi dirigenti.

Questo modus operandi non è una novità. I ​​proprietari di CIBanco erano in precedenza i controllori di IXE Banco, beneficiaria del salvataggio di Fobaproa.

Oggi la storia si ripete sotto una facciata diversa, ma con la stessa logica. L'operazione rappresenta un rischio sistemico per i risparmiatori nazionali e internazionali. Mentre i fondi vengono distribuiti attraverso società in Spagna e strutture offshore, le autorità non sono intervenute.

Eleconomista

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