Il Potere Cittadino porta la sua lotta contro le elezioni giudiziarie all'INE

La sede dell'Istituto Elettorale Nazionale (INE) a Viaducto Tlalpan, a sud di Città del Messico, è diventata il teatro di un nuovo capitolo nella battaglia per il futuro della magistratura il 19 giugno. I membri del gruppo "Poder Ciudadano MX" hanno manifestato e presentato una protesta contro le recenti elezioni giudiziarie, un processo senza precedenti e centrale nell'attuale programma di riforme del governo.
Questa azione, che si aggiunge al ricorso già presentato dal Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI), consolida un fronte di opposizione che cerca di annullare i risultati delle elezioni, citando gravi irregolarità e mancanza di equità.
La convergenza dell’opposizione: partiti e cittadini uniti nel rifiuto
Il significato della giornata è la convergenza di diversi attori – un partito politico tradizionale e un gruppo di cittadini – con un obiettivo comune: invalidare le elezioni giudiziarie. Mentre il PRI ha descritto il processo come una "frode orchestrata da chi detiene il potere", le argomentazioni di gruppi come Poder Ciudadano MX si concentrano sulla mancanza di condizioni per elezioni eque e sul presunto intervento del governo a favore dei suoi candidati.
La presenza dei manifestanti presso le strutture dell'INE mira non solo a rispettare una procedura legale, ma anche a esercitare pressione mediatica e pubblica sulle autorità elettorali. Le proteste sono state programmate in due orari diversi, alle 9:00 e alle 13:30, per massimizzarne l'impatto.
Un processo nuovo e controverso fin dalle sue origini
L'elezione di ministri, magistrati e giudici tramite voto popolare è stata il risultato di una riforma costituzionale approvata nel settembre 2024, con l'obiettivo, secondo i suoi sostenitori, di democratizzare il sistema giudiziario e renderlo più accessibile al popolo.
Tuttavia, fin dal suo inizio, il processo è stato circondato da polemiche. I critici sostengono che politicizzi l'amministrazione della giustizia e apra le porte a individui privi delle necessarie capacità tecniche per raggiungere le più alte corti del Paese. Il regolamento elettorale, che vietava ai partiti politici di partecipare alla promozione dei candidati, è stato uno dei punti più dibattuti.
"Queste elezioni sono state concepite per escludere e favorire chi era al potere; la volontà popolare è stata distorta perché i gruppi filo-governativi hanno controllato le elezioni e si sono appropriati dei risultati", ha sostenuto il PRI nel suo ricorso, un sentimento riecheggiato nelle proteste dei cittadini.
Il Tribunale Elettorale della Magistratura Federale (TEPJF) sarà l'organo giurisdizionale definitivo a pronunciarsi sulla validità di questi ricorsi. La sua sentenza non solo determinerà il futuro delle 881 posizioni giudiziarie in gioco, ma stabilirà anche un precedente cruciale riguardo alla portata e ai limiti della partecipazione dei cittadini alla formazione di uno dei tre poteri di governo dell'Unione.
La Verdad Yucatán