Koldo invoca il suo diritto a non testimoniare

Il giudice della Corte Suprema Leopoldo Puente interrogherà lunedì l'ex ministro dei Trasporti ed ex consigliere Koldo García, in seguito all'andamento della sua indagine, che è già degenerata nella presunta distribuzione di tangenti per possibili appalti irregolari di lavori pubblici.
L'ex consigliere del Ministero dei Trasporti, Koldo García, ha esercitato oggi il suo diritto di non testimoniare davanti alla Corte Suprema (TS) dopo che il giudice Leopoldo Puente ha respinto il suo ultimo tentativo di rinviare la sua udienza di lunedì, sollecitato dal rapporto dell'Unità Operativa Centrale (UCO) della Guardia Civil che lo implica, insieme all'ex ministro José Luis Ábalos e all'ex segretario organizzativo del PSOE Santos Cerdán , in un presunto piano di manipolazione di lavori pubblici.
Fonti legali hanno confermato a Europa Press che il team difensivo di García ha optato per questa opzione dopo aver chiesto senza successo di sospendere la sua comparizione "finché non avrà pieno accesso e una copia completa degli atti giudiziari del caso, concedendogli almeno un mese per chiarire la questione, data la sua complessità".
García è arrivato al Palazzo Salesas intorno alle 11:30 tra grandi aspettative, non solo da parte dei media ma anche di coloro che erano accorsi in tribunale, con una dozzina di persone che lo hanno accolto gridando "corrotto" e "svergognato". Lo stesso è accaduto poco prima con Ábalos, arrivato anch'egli mezz'ora prima della sua udienza, prevista per le 10:00, ancora in corso.
In una lettera di questo lunedì, a cui Europa Press ha avuto accesso, il nuovo avvocato di García ha chiesto un rinvio, ritenendolo necessario perché fino a quel momento non le era stata fornita una copia completa del procedimento, il che, a suo avviso, le impediva di "esercitare pienamente il suo diritto a una difesa effettiva".
L'avvocato ha esortato la Corte Suprema a "agevolare urgentemente tutti i procedimenti al fine di garantire il pieno esercizio del diritto alla difesa".
Il giudice ha risposto con la stessa urgenza, concordando sul fatto che "non c'è motivo di modificare il calendario", come ha indicato in risposta alle ripetute richieste di rinvio di questa udienza davanti alla Corte Suprema, che sarà la seconda dopo quella tenutasi il 17 dicembre.
Lo stesso giudice istruttore ha sottolineato che questa è la terza volta che chiede il rinvio di questa udienza, "adducendo l'esistenza di accuse nei confronti dell'avvocato, dal cui incarico difensore si sarebbe dimesso". Gli ha ricordato che "non spetta alla persona indagata organizzare l'ordine del giorno di questa udienza" e lo ha quindi esortato a "comparire alla data e all'ora stabilite".
Lunedì si è tenuta anche un'udienza preliminare. Secondo fonti legali consultate, la Procura ha chiesto il mantenimento delle misure attuali: divieto di lasciare il Paese, revoca del passaporto e comparizioni periodiche in tribunale. Nel frattempo, la Procura, guidata dal Partito Popolare (PP), ha chiesto la detenzione provvisoria.
Sono le stesse richieste che sono alla base delle accuse mosse ad Ábalos, che ha testimoniato per un'ora e mezza lunedì per prendere le distanze dalle presunte irregolarità negli appalti pubblici. L'ex ministro ha anche affermato di non riconoscersi nelle registrazioni effettuate da Koldo tra il 2019 e il 2023, incluse dall'UCO nel suo ultimo rapporto.
Finora il giudice istruttore non ha risposto alle richieste dell'accusa, ma fonti consultate sostengono che si prevede che si pronuncerà sulle misure cautelari per entrambi gli imputati questo lunedì.
L'ex ministro dei Trasporti José Luis Ábalos ha negato oggi, davanti al giudice che lo indaga presso la Corte Suprema, di aver ricevuto tangenti o di aver partecipato ad aggiudicazioni di appalti irregolari.
Ábalos è rimasto davanti al giudice per un'ora e mezza, compresa l'udienza sulle misure cautelari, dato che gli accusatori popolari, la cui difesa è guidata dal Partito Popolare (PP), hanno chiesto che venga tenuto in carcere senza cauzione, sebbene il pubblico ministero abbia chiesto il mantenimento delle misure nei suoi confronti, ovvero il divieto di lasciare la Spagna, la revoca del passaporto e la comparizione in tribunale.
" Non mi riconosco ", ha affermato in relazione alle registrazioni audio inserite nel fascicolo che lo collegano a queste possibili irregolarità, motivo per cui non ha collaborato con la giustizia, come si vociferava nelle ore precedenti, secondo diverse fonti legali parlate con Efe.
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