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La Spagna si impegna con la NATO ad aggiungere altri 14.000 soldati in dieci anni.

La Spagna si impegna con la NATO ad aggiungere altri 14.000 soldati in dieci anni.

Il governo di Pedro Sánchez si è impegnato con la NATO ad aumentare di 14.000 unità il numero di soldati delle Forze Armate entro un decennio. Il considerevole aumento, come riportato giovedì da El País e confermato da fonti governative a La Vanguardia , avverrebbe in due fasi: circa 7.000 soldati verrebbero arruolati entro il 2029, anno in cui scadrebbero gli attuali Obiettivi di Capacità assegnati dall'Alleanza ai diversi paesi, firmati il ​​5 giugno dai ministri della Difesa. Il resto, fino ai 14.000 impegnati, dovrebbe essere reclutato nei prossimi cinque anni. Secondo fonti del dipartimento guidato da Margarita Robles, si prevede di raggiungere i 140.000 soldati nel prossimo decennio, con circa 123.000 attualmente in servizio.

Il piano di investimenti per la difesa annunciato dal Primo Ministro Pedro Sánchez in vista del vertice NATO, con un investimento pari al 2% del Prodotto Interno Lordo (PIL) nella difesa, includeva una sezione (la più grande allocazione di bilancio singola, pari a 3,712 miliardi di euro) volta a migliorare le condizioni di lavoro, la formazione e l'equipaggiamento delle Forze Armate per portarle "alla pari con i paesi più avanzati dell'Unione Europea".

Sebbene non esplicitamente dichiarato, fonti della Difesa hanno riferito che l'intenzione era di aumentare il numero di truppe di circa 7.000 unità entro il 2029, a un ritmo di circa 1.500 soldati in più ogni anno. In termini assoluti, la Spagna si colloca al settimo posto per numero di unità nelle sue Forze Armate, ma la sua posizione scende drasticamente se si considera il rapporto tra la popolazione spagnola e quella spagnola.

La previsione è di proseguire con l'aumento di 7.500 soldati che verrà effettuato nei prossimi cinque anni.

Le stesse fonti spiegano che ha senso mantenere l'investimento, nonché fornire capacità per le successive esigenze della NATO, a partire dal 2029.

Il capo della diplomazia militare, ammiraglio generale Teodoro López Calderón, ha spiegato durante un briefing a colazione tenutosi mercoledì che la vera sfida per le Forze armate non è tanto quella di reclutare personale, quanto piuttosto quella di trattenere i talenti.

Il Jemad ha messo in guardia dal declino che i tre eserciti, che contano migliaia di uomini, hanno subito negli ultimi anni, dovuto al fatto che le nuove minacce (cyberspazio, intelligenza artificiale e guerre di dati) richiedono profili altamente qualificati che le grandi aziende tecnologiche ricercano senza dover sostenere grandi sforzi finanziari dovuti ai bassi stipendi militari.

lavanguardia

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