Riforma giudiziaria in sospeso: l'INE sospende la convalida di 850 giudici

In un colpo di scena che minaccia di far fallire la riforma giudiziaria, l'Istituto elettorale nazionale ( INE ) ha sospeso a tempo indeterminato la convalida di 850 giudici, magistrati e ministri eletti il 1° giugno, a causa di un profondo disaccordo sulla loro ammissibilità.
L'attuazione della controversa riforma giudiziaria messicana ha incontrato il suo primo grande ostacolo, gettando il Paese in uno stato di crescente incertezza istituzionale. Il Consiglio Generale dell'INE (Istituto Nazionale Elettorale) ha sospeso il processo di convalida dei risultati elettorali per oltre 850 posizioni giudiziarie, non riuscendo a raggiungere un consenso sul fatto che tutti i candidati eletti soddisfino i requisiti legali per ricoprire le loro cariche.
La paralisi, iniziata con la pausa dichiarata il 19 giugno e non ripresa, mette a repentaglio il calendario costituzionale che stabilisce che i nuovi amministratori della giustizia debbano prestare giuramento il 1° settembre.
Il nocciolo della controversia risiede nei requisiti di ammissibilità stabiliti dalla riforma stessa. Fonti interne all'INE hanno rivelato che il principale ostacolo è il fatto che più di 30 persone elette non raggiungono la media minima di 9,0 nelle materie relative alla loro specializzazione, requisito esplicitamente indicato nel bando di concorso.
Questo fatto ha diviso i consiglieri elettorali, ponendoli ad un bivio:
- La convalida di candidati non qualificati violerebbe la legge che sono tenuti a rispettare, creando un precedente per la flessibilità normativa e aprendo la porta a un'ondata di contestazioni.
- Invalidare le loro vittorie significherebbe annullare la volontà di migliaia di elettori e entrare in uno scontro diretto con il partito al governo e gli stessi candidati, che potrebbero sostenere che la loro elezione popolare prevale sulle esigenze amministrative.
Sin dalla sua proposta, la riforma giudiziaria è stata oggetto di aspre critiche da parte di giuristi, accademici e organizzazioni della società civile. I principali allarmi si sono concentrati sui rischi di politicizzare il sistema giudiziario e di consentire a persone prive della necessaria esperienza, capacità o indipendenza di raggiungere le più alte cariche giudiziarie.
Le elezioni del 1° giugno, che hanno registrato un'affluenza alle urne di appena il 13%, erano già state criticate per presunte irregolarità e per la diffusa ignoranza degli elettori sui profili dei candidati. L'attuale stallo all'INE sembra concretizzare il timore che un processo affrettato e mal progettato possa portare al caos istituzionale.
"Senza fiducia nella giustizia, non c'è investimento né sviluppo." – COPARMEX, sull'importanza della certezza del diritto, ora messa in discussione.
Con il tempo che stringe, il futuro della riforma è incerto. La legge stabilisce che tutte le controversie e i ricorsi debbano essere risolti entro e non oltre il 28 agosto, in modo che il giuramento possa aver luogo il 1° settembre.
Gli scenari possibili sono complessi e ad alto rischio:
- Una soluzione politica: l'INE e gli attori politici stanno negoziando una soluzione che consentirebbe la convalida dei candidati, forse a scapito dell'integrità della legge.
- Intervento del Tribunale elettorale: il TEPJF potrebbe essere chiamato a risolvere la controversia, anche se è in gioco la sua stessa legittimità.
- Crisi costituzionale: se non si raggiunge una soluzione, il 1° settembre potrebbe arrivare senza una magistratura adeguatamente costituita, creando un vuoto di potere senza precedenti.
Questo blocco rappresenta il primo importante banco di prova per il nuovo quadro istituzionale messicano. La credibilità dell'INE e la legittimità della futura magistratura sono in bilico, mentre la nazione assiste allo svolgersi di una crisi da cui molti avevano lanciato l'allarme.
La Verdad Yucatán