È la fine dell'età d'oro dei paradisi fiscali?

Il trasferimento di profitti da parte di società internazionali verso paradisi fiscali ha raggiunto quasi 1.800 miliardi di dollari nell'ultimo decennio, in un anno record. Si tratta di una cifra oltre 3,5 volte superiore al PIL polacco di allora. Tuttavia, ci sono molti segnali che le recenti iniziative per arginare questo fenomeno stiano dando i risultati sperati, secondo il rapporto "Puls Biznesu" di giovedì.
La rivista ha analizzato i trasferimenti di utili verso i paradisi fiscali a partire dal 2009. "Lo studio della BCE indica che i trasferimenti di utili hanno già superato i 1.000 miliardi di dollari dal 2013, raggiungendo il massimo storico di 1.750 miliardi di dollari nel 2017", ha riportato PB. Ha osservato che i trasferimenti di utili all'estero verso giurisdizioni a bassa tassazione sono diminuiti nel tempo. "Secondo gli ultimi dati disponibili (per il 2020), ammontavano a 1.080 miliardi di dollari", ha scritto PB.
Questa tendenza è attribuita all'iniziativa dell'OCSE, nota come BEPS (Base Erosion and Profit Shifting), volta a contrastare le pratiche di elusione fiscale delle imprese. Un altro motivo, come sottolinea il quotidiano "PB", è il Tax Cuts and Jobs Act statunitense del 2017, che ha abbassato l'aliquota dell'imposta sulle società dal 35% al 21%, rendendo meno attraente il trasferimento degli utili verso i paradisi fiscali.
Le conclusioni finali della pubblicazione "PB" recitano: "Il mondo ha già sviluppato meccanismi che, in una certa misura, rafforzano il sistema e impediscono alle aziende di evadere il pagamento delle tasse". (PAP)
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