Andrzej Kazik: il PFR non poteva cambiare le regole durante la partita
Le segnalazioni di azioni legali di massa intentate dal Fondo polacco per lo sviluppo per ottenere la restituzione dei sussidi concessi durante il periodo del Covid-19 nell'ambito dei cosiddetti scudi finanziari 1.0 e 2.0 a causa di "ragionevoli sospetti di qualsiasi tipo di abuso" hanno suscitato giustificata indignazione, soprattutto tra gli imprenditori.
Il Consiglio per l'Imprenditorialità, un gruppo di nove delle maggiori organizzazioni che rappresentano imprenditori e datori di lavoro in Polonia, si è interessato a questo caso. A marzo, ha espresso pubblicamente preoccupazione per la pratica di citare in giudizio le aziende sulla base di vaghe raccomandazioni dell'Ufficio Centrale Anticorruzione (CBA), basate su motivazioni non divulgate. Queste motivazioni erano così poco divulgate che non solo le citazioni in giudizio, ma anche le richieste di pagamento presentate dal PFR alle aziende non fornivano fondamento al "sospetto di abuso", ma si limitavano esclusivamente a una mozione probatoria, che includeva l'impegno del CBA a presentare al tribunale documenti e informazioni riguardanti la società convenuta su sua richiesta. Il CBA, tuttavia, dichiara apertamente di non conoscere i dettagli dell'enigmatico "sospetto di abuso" in questo caso, poiché non ha accesso ai dati classificati derivanti dalle attività di analisi del CBA.
RP