La Polonia ha il secondo livello più basso di utilizzo dell'intelligenza artificiale da parte delle aziende nell'UE

Secondo gli ultimi dati Eurostat, solo il 5,9% delle aziende polacche utilizza strumenti di intelligenza artificiale, il secondo dato più basso nell'Unione Europea. Al contrario, in alcuni paesi dell'UE oltre un quarto delle aziende utilizza l'intelligenza artificiale.
I dati sono evidenziati in un nuovo rapporto del Polish Economic Institute (PIE), un think tank collegato allo Stato, che ha anche condotto un sondaggio supplementare su 1.000 aziende polacche in merito al loro utilizzo dell'intelligenza artificiale.
L'istituto ha scoperto che più della metà delle micro e piccole imprese polacche non ritiene importante investire nell'intelligenza artificiale, nonostante queste aziende rappresentino il 45,3% del PIL del Paese e oltre il 99% di tutte le imprese.
"Questi non sono dati ottimistici in termini di aumento dell'uso dell'intelligenza artificiale nelle aziende", ha concluso PIE. "Cambiare questa situazione dovrebbe essere una priorità; altrimenti, le aziende polacche potrebbero perdere quote di mercato a favore di concorrenti stranieri che si modernizzano più rapidamente".
📢🤖 Anteprima del nuovo report PIE!
L'intelligenza artificiale può ridurre i costi, migliorare la qualità e accelerare i processi aziendali. Se vogliamo sfruttarne appieno il potenziale, abbiamo bisogno di una nuova strategia.
🗞L'Istituto economico polacco nel nuovo rapporto "Alla ricerca di... pic.twitter.com/TbC6uA5UMP
— Istituto economico polacco (@PIE_NET_PL) 30 giugno 2025
PIE ha citato i dati Eurostat pubblicati all'inizio di quest'anno, che hanno mostrato come le aziende polacche siano notevolmente indietro rispetto alle controparti dell'UE nell'adozione di strumenti digitali, tra cui l'intelligenza artificiale.
In tutta l'UE, il 13,5% delle imprese con 10 o più dipendenti ha dichiarato di utilizzare l'IA nel 2024, in aumento rispetto all'8% del 2023. I tassi di adozione più elevati sono stati registrati in Danimarca (27,6%), Svezia (25,1%) e Belgio (24,7%). I più bassi in Romania (3,1%), Polonia (5,9%) e Bulgaria (6,5%).
Tutti gli Stati membri dell'UE hanno segnalato un aumento dell'utilizzo dell'IA rispetto al 2023. La Svezia ha registrato il maggiore incremento su base annua, pari a 14,7 punti percentuali, seguita da Danimarca (+12,4 punti) e Belgio (+10,9 punti). La Polonia ha aumentato il suo utilizzo dell'IA di soli 2,2 punti.
La ricerca condotta da PIE suggerisce che è improbabile che il cambiamento avvenga rapidamente. L'indagine ha rilevato che il 55% delle micro e piccole imprese ha descritto gli investimenti in IA come "per niente importanti" o "piuttosto irrilevanti", rispetto al 29% delle medie imprese e al 27% delle grandi imprese.
Al contrario, il 25% delle microimprese, il 21% delle piccole imprese, il 35% delle medie imprese e il 37% delle grandi imprese hanno affermato che gli investimenti in intelligenza artificiale erano “molto importanti” o “piuttosto importanti”.
PIE avverte che la mancanza di una strategia nazionale coordinata sta frenando l'adozione dell'intelligenza artificiale in tutta l'economia, ma riconosce che il governo è in procinto di svilupparla.
A novembre, il governo polacco ha annunciato un investimento di 1 miliardo di zloty nell'intelligenza artificiale , che includeva lo sviluppo di un modello linguistico polacco (LLM), lanciato a febbraio. Lo stesso mese, la Polonia ha anche firmato un memorandum d'intesa con Google per stabilire una "partnership strategica" sullo sviluppo dell'intelligenza artificiale .
Secondo l'istituto, l'approccio più efficace sarebbe quello di collegare lo sviluppo dell'intelligenza artificiale alla politica industriale e dare priorità allo sviluppo delle tecnologie nazionali, riducendo così la dipendenza da quelle straniere.
Nell'ambito delle sue raccomandazioni, il PIE delinea tre possibili approcci per dare forma a tale strategia.
Il primo è un approccio basato sullo stack tecnologico, che si concentra sui componenti chiave necessari per l'implementazione dell'IA: hardware, infrastruttura di rete, software e applicazioni. Questo modello mira a mappare le dipendenze tecnologiche e a identificare le aree di potenziale economico.
Google ha annunciato una "partnership strategica" con la Polonia per sviluppare l'intelligenza artificiale.
"La leadership, le ambizioni e i talenti" della Polonia "le hanno conferito una nuova posizione nell'innovazione europea", afferma il CEO di @Google @sundarpichai https://t.co/ITXWemFZIR
— Note dalla Polonia 🇵🇱 (@notesfrompoland) 13 febbraio 2025
Il secondo approccio consiste nell'individuare i settori chiave dell'economia in cui è probabile che l'intelligenza artificiale abbia l'impatto più significativo.
PIE sottolinea che l'IA è una tecnologia di uso generale con il potenziale di trasformare praticamente tutti i settori. Pertanto, le decisioni su dove dare priorità allo sviluppo dell'IA non dovrebbero basarsi esclusivamente su dove la tecnologia può essere utilizzata, ma piuttosto su obiettivi di sviluppo nazionale più ampi e sulle priorità delle politiche industriali.
Il terzo approccio raccomandato si concentra sull'utilizzo dell'intelligenza artificiale per affrontare le principali sfide socio-economiche. L'istituto suggerisce che la Polonia dovrebbe concentrarsi innanzitutto su sanità, transizione energetica e sicurezza nazionale, che sono "aree in cui l'uso dell'intelligenza artificiale può apportare benefici sociali ed economici".
Il governo polacco ha lanciato un modello linguistico polacco di grandi dimensioni (PLLUM), disponibile gratuitamente e pensato per supportare lo sviluppo dell'intelligenza artificiale.
In particolare, verrà utilizzato per creare assistenti virtuali destinati a supportare l'erogazione dei servizi pubblici https://t.co/z0gdWkM4OH
— Note dalla Polonia 🇵🇱 (@notesfrompoland) 24 febbraio 2025
Credito immagine principale: Emiliano Vittoriosi / Unsplash
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