Gli agenti di Abin approvano l'avviso di sciopero e fanno ricorso in tribunale contro il direttore

Gli agenti dell'Agenzia di intelligence brasiliana (Abin) hanno approvato martedì 24 un avviso di sciopero e la presentazione di un'azione civile pubblica che chiede la rimozione dei tre delegati che dirigono l'organizzazione, tra cui il direttore generale, Luiz Fernando Corrêa, sospettato di aver agito in "collusione" con i dipendenti indagati per ritardare le indagini sul caso parallelo di Abin.
L'annuncio è stato dato tramite Intelis (Unione dei Professionisti dell'Intelligence Statale di Abin), un'entità che rappresenta la categoria. Secondo l'organizzazione, l'assemblea generale straordinaria, che ha deciso sul tema, "ha registrato una partecipazione record e ha dimostrato l'elevato livello di preoccupazione e rabbia dei server".
Nella nota, l'ente afferma che "le accuse rivolte ai vertici dell'Agenzia, che hanno portato a incriminazioni, sono state classificate come 'gravi', 'disgustose' e 'inaccettabili'".
I dipendenti di Abin chiedono la rimozione di Corrêa dal 17 giugno. Il direttore generale è una delle 35 persone incriminate dalla Polizia federale nel caso parallelo Abin e potrebbe aver ostacolato le indagini sulla manipolazione dell'agenzia per scopi politici da parte dell'ex presidente Jair Bolsonaro.
L'amministratore delegato è stato mantenuto al suo posto dal presidente Luiz Inácio da Silva (PT) e ha continuato a svolgere il suo incarico anche dopo l'incriminazione. In una dichiarazione, Intelis, che aveva pianificato l'assemblea dal 20 giugno, aveva già criticato "la mancanza di controllo sulle questioni riservate da parte della Polizia Federale e del Ministero della Giustizia".
"Una volta approvato il bando di sciopero, l'organizzazione presenterà una serie di richieste formali. In caso di mancata risposta soddisfacente entro il termine stabilito, verrà convocata una nuova assemblea", afferma l'organizzazione che rappresenta i dipendenti. Il mancato rispetto delle richieste può comportare uno sciopero.
Secondo la Polizia Federale, l'Abin parallelo sarebbe un piano guidato dal consigliere comunale Carlos Bolsonaro (PL-RJ) e da suo padre, l'ex presidente Jair Bolsonaro. I politici avrebbero creato una struttura per spiare illegalmente ministri della Corte Suprema Federale (STF), politici dell'opposizione, giornalisti, deputati e altri brasiliani.
L'obiettivo, secondo il PF, sarebbe quello di servire gli interessi politici dei Bolsonaro, attaccare gli oppositori e screditare le istituzioni democratiche.
Si stima che quasi 1.800 telefoni cellulari siano stati monitorati illegalmente tra febbraio 2019 e aprile 2021 attraverso questa struttura. La Polizia Federale sostiene inoltre che Bolsonaro sarebbe il "centro decisionale", che determinerebbe gli obiettivi del monitoraggio e utilizzerebbe Abin per condurre attacchi alle macchine per il voto elettronico.
IstoÉ