Le autorità fiscali del Mozambico negano la controversia fiscale con Galp per 162 milioni di euro

Il presidente dell'Autorità fiscale (AT) del Mozambico ha smentito venerdì l'esistenza di una controversia con la compagnia petrolifera portoghese Galp, di 162 milioni di euro, come di dominio pubblico.
Interrogato da Lusa a margine di un evento AT a Maputo, e senza fornire ulteriori commenti, Aníbal Mbalango ha assicurato che l'autorità "non ha alcuna controversia" con la compagnia petrolifera portoghese, nell'accordo per la vendita di una quota in Mozambico.
La controversia fiscale, che il Center for Public Integrity (CIP) classifica come una “prova della sovranità economica del Mozambico”, è nata in seguito alla vendita, a marzo, della quota del 10% di Galp alla compagnia petrolifera statale degli Emirati Arabi Uniti (ADNOC) nell’Area 4 del bacino di Rovuma.
Nell'analisi di quella che definisce una controversia, il CIP ricorda che l'AT "ha notificato alla compagnia petrolifera il pagamento di un'imposta sulle plusvalenze pari a 162 milioni di euro, equivalenti a 12 miliardi di meticais", importo "di cui la stessa Galp conferma di essere stata informata nella sua relazione ufficiale agli azionisti".
"Tale importo risulta dall'applicazione dell'aliquota effettiva del 17,6%, come previsto dal regime fiscale del petrolio mozambicano, a una plusvalenza stimata dall'Agenzia delle Entrate in circa 920 milioni di euro. In netto contrasto, Galp contesta l'accertamento, sostenendo una plusvalenza imponibile di soli 26 milioni di euro, un importo 35 volte inferiore a quello calcolato dall'Agenzia delle Entrate", si legge nella relazione del CIP.
Per questa organizzazione della società civile, creata nel 2005 e che vigila e promuove l'integrità e la trasparenza delle autorità pubbliche e dello Stato, la posizione di Galp "è ancora più discutibile quando, nello stesso periodo, la società comunica ai suoi azionisti una plusvalenza contabile di 147 milioni di euro derivante dalla stessa operazione, evidenziando una palese incoerenza tra quanto dichiarato al fisco e quanto comunicato ai suoi investitori".
Aggiunge che la decisione di Galp di "ricorrere all'arbitrato internazionale presso il Centro internazionale per la risoluzione delle controversie sugli investimenti (ICSID) della Banca mondiale, prevedibilmente basato su una clausola di stabilizzazione nell'accordo di concessione del 2007, rappresenta una tattica nota come 'guerra di logoramento'".
"Questa strategia mira a sfruttare la profonda asimmetria di potere finanziario tra l'azienda e lo Stato mozambicano, costringendo il Paese ad accettare un accordo sfavorevole per evitare costi legali esorbitanti, stimati prudentemente tra i 6 e gli 8 milioni di dollari. Questi costi rappresentano tra il 3,4% e il 4,6% dell'imposta totale dovuta", si legge inoltre nel rapporto, in cui il CIP analizza l'architettura della transazione, la solidità del quadro giuridico mozambicano e "la probabile strategia contenziosa di Galp".
"Si conclude che la posizione del Mozambico è giuridicamente solida e in linea con le migliori pratiche internazionali per contrastare l'erosione fiscale, ovvero la riduzione della base imponibile attraverso schemi abusivi di elusione fiscale. Tuttavia, la capacità del Paese di affermare i propri diritti sovrani richiede una risposta ferma da parte dello Stato, un attento controllo da parte della società civile e un'azione responsabile da parte dei partner internazionali, tra cui lo Stato portoghese, che è un azionista di maggioranza di Galp", osserva inoltre il CIP.
Il 4 luglio Lusa ha riferito che il governo del Mozambico prevede che Galp pagherà le imposte sulle plusvalenze nel 2025 e nel 2026, derivanti dalla vendita della sua quota del 10% nel consorzio nell'Area 4.
"Nel 2024, Galp ha annunciato l'intenzione di vendere la sua quota del 10% nell'Area 4 alla compagnia petrolifera nazionale degli Emirati Arabi Uniti, ADNOC. Si prevede che alcune transazioni relative a questa operazione saranno completate nel 2025 e nel 2026, il che dovrebbe generare il pagamento dell'imposta sulle plusvalenze", si legge nello Scenario Fiscale a Medio Termine, approvato a giugno dal Consiglio dei Ministri.
L'Area 4 è gestita da Mozambique Rovuma Venture (MRV), una joint venture di proprietà congiunta di ExxonMobil, Eni e CNPC (Cina), che detiene il 70% della concessione.
Il 28 marzo Galp ha annunciato di aver completato la vendita della sua quota del 10% in Area 4 in Mozambico per 881 milioni di dollari (816 milioni di euro) a XRG, parte della Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC).
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