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André Ventura: il concorrente del reality show della politica portoghese

André Ventura: il concorrente del reality show della politica portoghese

A volte la politica portoghese assomiglia pericolosamente a un reality show e André Ventura è, senza dubbio, il protagonista più esperto di questa strana trama. Il leader di Chega ha saputo sfruttare come pochi altri il meccanismo più basilare dei programmi televisivi sensazionalistici: più il gruppo lo rifiuta, più cresce la sua popolarità fuori "da casa".

È un fenomeno noto e chiunque guardi i reality show ne riconosce lo schema. Il controverso concorrente, costantemente attaccato dagli altri, inizia a conquistare il pubblico che lo vede come una vittima del sistema. Un ribelle che non si piega alle pressioni, che dice le “verità”, o almeno quello che una parte dell’elettorato vuole sentirsi dire, anche se queste “verità” si basano su premesse distorte, semplicistiche o fattualmente errate.

André Ventura incarna questo ruolo con maestria. Il contenuto dei loro interventi – a volte irresponsabile, a volte offensivo, quasi sempre populista – non ha importanza. Ciò che conta è lo spettacolo, lo shock, la reazione. “Politicamente scorretto” come bandiera, anche se ciò significa ignorare i limiti del rispetto democratico o disprezzare lo stato di diritto.

La cosa più sconcertante? Funziona e basta. Funziona perché le argomentazioni di Chega vengono spesso respinte con arroganza o scandalo. E questo alimenta inavvertitamente la narrazione della “vittima del sistema”. Ventura ringrazia, capitalizza e cresce.

Ma c'è un altro ingranaggio che ha contribuito — e molto — a questa crescita: la macchina dei media. Come ha giustamente sottolineato David Dinis, vicedirettore di Expresso, in un commento della scorsa settimana su SIC Notícias, il tempo dedicato a Ventura e ai deputati di Chega è sintomatico del modo in cui i media, e in particolare la televisione, contribuiscono ad amplificare il personaggio. Dinis stava giusto svolgendo un'analisi critica del fenomeno quando è stato interrotto... da una chiamata in diretta dall'ospedale dove era ricoverato Ventura, dopo essersi sentito male — ancora una volta — durante la campagna elettorale. E cosa è successo durante quello spettacolo dal vivo? Assolutamente niente. Solo un'aspettativa alimentata dal vuoto. Una scena degna di una confessione da reality show, dove la suspense vale di più.

Ventura si è sentito male due volte durante la campagna elettorale e in entrambe le occasioni la copertura mediatica è stata sproporzionata. Non perché le sue condizioni di salute lo giustificassero (fortunatamente si riprese senza complicazioni), ma perché la trama creata attorno alla sua figura divenne più grande degli eventi stessi. Questa è, ancora una volta, la logica dei reality show applicati alla politica: trasformare ogni episodio in un dramma potenzialmente di tendenza .

In realtà questo approccio non è nuovo. Nel 2017, David Dinis, allora direttore di Público, mise in guardia in un editoriale sui rischi derivanti dal dargli copertura mediatica, riconoscendo che ignorarlo avrebbe rafforzato la sua narrativa di esclusione. All'epoca, André Ventura era il candidato del PSD al consiglio comunale di Loures e adottava già un discorso orientato alla sicurezza e alla xenofobia. La stessa cosa che avrebbe poi riciclato per fondare Chega, nel 2019. Quasi sette anni dopo, lo schema persiste: Ventura ha compreso e sfrutta questo ciclo mediatico come nessun altro politico portoghese, con la televisione che funge, troppo spesso, da palcoscenico per il suo reality show politico.

André Ventura è stato una presenza costante alle elezioni dal 2017, comprese quelle locali, legislative e presidenziali, e la sua candidatura è stata annunciata per il 2026 (anche se questa potrebbe essere messa in discussione dato l'attuale scenario politico). Questa esposizione ripetuta garantisce spazio in onda, indipendentemente dal contenuto delle vostre proposte.

È chiaro che questo dice tanto su Ventura quanto su di noi, sulla società. Se continua a guadagnare terreno, non è solo grazie alla sua intelligenza: è perché c'è terreno fertile per i semi del risentimento. La crisi abitativa, la precarietà, l’insicurezza sociale e la frustrazione per decenni di promesse non mantenute sono il carburante perfetto per coloro che si presentano come “fuori dal sistema”, anche se un tempo ne facevano parte (Ventura non è spuntato dal nulla: è stato un attivista del PSD, nonché commentatore sportivo su CMTV, ed è ben lungi dall’essere un puro outsider ).

In questo scenario è fondamentale resistere alla tentazione del vuoto moralismo e dell'indignazione automatica. Contro Ventura non basta definirlo populista o xenofobo: questo non fa che rafforzarlo. Proprio come in un reality show, non è il clamore suscitato dagli altri concorrenti a eliminare quello più controverso. È il pubblico a decidere, con i suoi voti.

E se l'opinione pubblica continua a preferire il concorrente incendiario, il problema potrebbe non essere più solo suo.

sapo

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