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I Pubblici Ministeri e il Diritto di Sciopero

I Pubblici Ministeri e il Diritto di Sciopero

È diventato consueto che le solite voci di discordia si levino nella piazza pubblica ogni volta che il sindacato dei magistrati dell'ufficio del pubblico ministero (SMMP) indice e annuncia uno sciopero e, nella maggior parte dei casi, si tratta di attacchi deliberati alla libertà sindacale di questa struttura.

È importante partire dall'inizio per comprendere l'importanza dell'SMMP nello Stato di diritto democratico.

L'Unione dei Pubblici Ministeri ha avuto origine dall'Unione dei Delegati dei Pubblici Ministeri, fondata il 1° febbraio 1975, ed è vero che prima della Rivoluzione dei Garofani era impensabile, se non addirittura proibito, che i magistrati costituissero associazioni, che allora dipendevano dall'Esecutivo.

Questa struttura sindacale, che rappresenta il 90% dei magistrati della Procura della Repubblica, non ha solo lo scopo di difendere gli interessi sindacali dei suoi iscritti, ma ha anche il dovere aggiuntivo di difendere la Costituzione, la Legge e lo Stato di Diritto Democratico.

A tal fine, nel tempo ha sviluppato una capacità di adattamento, innovazione e creatività nelle sue azioni, che le consente di rispondere alle sfide del presente e, certamente, di continuare ad essere rilevante anche in futuro.

Di fatto, la SMMP, nel corso dei suoi 50 anni di esistenza, ha saputo adattarsi alle nuove esigenze della società, creando nuove metodologie di intervento, la cui capacità di farsi sentire genera anticorpi in piccole fasce della società che vorrebbero vedere questa unione imbavagliata o annientata.

Tuttavia, quando la “diplomazia” e altre forme di lotta non producono l’effetto desiderato, l’unica opzione è ricorrere allo sciopero.

Ed è proprio a questo punto che sui media, attraverso articoli pubblicati sulla stampa o commenti televisivi, emergono subito i “soliti” che mettono in discussione la legittimità dello sciopero dei magistrati della Procura della Repubblica.

La risposta mi sembra ovvia: ovviamente sì!

Altrimenti vediamo.

L’articolo 57 della Costituzione della Repubblica Portoghese (CRP), sotto il titolo “Diritto di sciopero e divieto di serrata” , stabilisce che:

  1. Il diritto di sciopero è garantito.
  2. Spetta ai lavoratori definire l'ambito degli interessi da difendere attraverso lo sciopero e la legge non può limitare tale ambito.
  3. La legge definisce le condizioni per l'erogazione, durante lo sciopero, dei servizi necessari alla sicurezza e alla manutenzione delle attrezzature e degli impianti, nonché dei servizi minimi essenziali per soddisfare i bisogni sociali essenziali.
  4. È vietato chiudere a chiave.

Da una lettura moderata dell'articolo 57 della Costituzione della Repubblica Portoghese (CRP), emerge chiaramente che a tutti i lavoratori è garantito il diritto di sciopero e spetta a loro definire l'ambito degli interessi che si intendono difendere con tale sciopero, senza alcuna limitazione di legge. Il legislatore ordinario, in vista di qualsiasi conflitto che possa sorgere tra il diritto di sciopero e altri diritti, libertà e garanzie costituzionalmente tutelati, deve definire la necessità di fornire servizi minimi.

Inoltre, l'articolo 270 della Costituzione portoghese prevede espressamente restrizioni al diritto di costituire un sindacato e al diritto di sciopero, senza menzionare nulla riguardo ai magistrati della Procura della Repubblica. In altre parole, poiché la Costituzione portoghese non contiene alcuna norma che limiti il ​​diritto di sciopero in relazione ai magistrati della Procura della Repubblica, si deve dedurre da tale norma, e in assenza di altre restrizioni costituzionali esplicite, che essi possono esercitare tale diritto.

Tuttavia, lo Statuto della Procura della Repubblica, approvato con la legge n. 68/2019, del 27 agosto, è illuminante anche nel riconoscere l'esercizio dell'attività sindacale da parte dei suoi magistrati, come chiaramente stabilito nell'articolo 111, comma m), che stabilisce il godimento dei diritti previsti dalla legislazione sindacale e il beneficio di una riduzione nell'erogazione del servizio, mediante decisione del Consiglio superiore della Procura della Repubblica, quando svolgono funzioni nell'organo esecutivo di un'associazione sindacale della Procura della Repubblica o in organizzazioni internazionali rappresentative di tali magistrati ; e anche nell'articolo 120, comma 3, che prevede l'esercizio di funzioni dirigenziali nelle organizzazioni sindacali della Procura della Repubblica .

D'altro canto, la carriera del Pubblico Ministero, costituzionalmente sancita dall'art. 219 della Costituzione portoghese, prevede che i suoi magistrati siano responsabili, gerarchicamente subordinati e non possano essere trasferiti, sospesi, collocati a riposo o destituiti se non nei casi previsti dalla legge.

Dal punto di vista statutario è importante sottolineare un aspetto imprescindibile: i magistrati della Procura della Repubblica hanno un percorso professionale che richiede loro piena disponibilità ed esclusività, motivo per cui il loro status costituzionale e professionale riveste una natura particolare.

Inoltre, c'è un punto unico ma estremamente importante in cui i magistrati della Procura della Repubblica si avvicinano ai dipendenti delle funzioni pubbliche: la dipendenza economica dal potere esecutivo.

Infatti, per legge, i magistrati della Procura della Repubblica sono tenuti a esercitare le loro funzioni in via esclusiva, dipendendo esclusivamente dalla loro retribuzione per poter vivere dignitosamente.

Ora, è in questo approccio unico dei magistrati del Pubblico Ministero nei confronti degli altri lavoratori delle funzioni pubbliche che diventa evidente la legittimità e la necessità della loro sindacalizzazione e dell'esercizio del diritto di sciopero, non solo come meccanismo di difesa dei diritti professionali e statutari, ma anche come forma di resistenza alle proposte legislative che potrebbero mettere a repentaglio l'autonomia del Pubblico Ministero, pilastro essenziale dello Stato di diritto democratico.

Infine, è importante sottolineare che, nei 50 anni di esistenza dell'SMMP, si sono verificati almeno otto scioperi da parte dei magistrati della Procura della Repubblica. È probabile che nuovi scioperi vengano indetti ogniqualvolta mezzi alternativi di lotta si rivelino inefficaci nel difendere gli interessi sindacali dei magistrati, nonché nel difendere e tutelare la Costituzione, la Legge e lo Stato di Diritto Democratico.

I testi presenti in questa sezione riflettono le opinioni personali degli autori. Non rappresentano VISÃO né ne riflettono la posizione editoriale.

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