Il FMI vuole più austerità in Angola per combattere lo slittamento di bilancio dal 2021
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Il Fondo monetario internazionale (FMI) ha avvertito oggi che l'Angola deve intensificare i suoi sforzi di risanamento del bilancio e contrastare gli scostamenti di bilancio emersi dalla fine del programma con il Fondo nel 2021.
“Gli sforzi di consolidamento fiscale hanno subito un rallentamento e i buffer creati durante il Programma di finanziamento esteso dal 2018 al 2021 vengono erosi da slittamenti di bilancio derivanti da maggiori spese in conto capitale e da una riforma più lenta dei sussidi per il carburante”, si legge nell’analisi del Fondo sull’economia dell’Angola.
Il ritorno a un percorso di consolidamento fiscale “è essenziale per rafforzare i buffer fiscali e creare spazio per le esigenze di sviluppo”, motivo per cui il fondo sottolinea “l’importanza di attuare pienamente le riforme dei sussidi ai carburanti, accompagnate da misure di mitigazione volte a proteggere i più vulnerabili e intensificare gli sforzi per mobilitare le entrate non petrolifere”.
Nell’articolo IV, i dirigenti del FMI hanno accolto con favore la ripresa economica dell’anno scorso, ma “hanno evidenziato i rischi persistenti derivanti dalla volatilità dei prezzi del petrolio e dalle vulnerabilità del debito” e hanno sottolineato “l’urgenza di accelerare le riforme strutturali per rafforzare la stabilità macroeconomica e finanziaria e promuovere una crescita diversificata e inclusiva”.
Nell'analisi annuale di tutti i paesi membri del FMI, condotta dagli economisti del fondo, si afferma che lo scorso anno il kwanza è sceso del 10% rispetto al dollaro e che "le aspettative avverse del mercato e l'elevato servizio del debito estero continuano a pesare sul tasso di cambio".
Dopo un'espansione economica del 3,8% lo scorso anno, il FMI prevede che l'Angola rallenterà la crescita al 3%, trainata principalmente dal settore non petrolifero, e che l'inflazione scenderà a una media del 21% quest'anno.
Si prevede che la produzione di petrolio migliorerà leggermente, passando da 1,266 milioni di barili al giorno nel 2024 a 1,262 milioni di barili al giorno, ma sarà il prezzo del petrolio a danneggiare maggiormente le finanze pubbliche, poiché il FMI prevede che quest'anno il Paese incasserà 31,5 miliardi di dollari (30 miliardi di euro), in calo rispetto ai 35,4 miliardi di dollari (33,7 miliardi di euro) dell'anno scorso.
“L’elevato servizio del debito estero limita la spesa per lo sviluppo e la dipendenza dal petrolio continua a essere un ostacolo alla crescita sostenibile”, avvertono nuovamente gli economisti del FMI, avvertendo anche che “i rischi di liquidità potrebbero intensificarsi se le condizioni di finanziamento si deteriorassero, riducendo ulteriormente la spesa sociale e mettendo pressione sul tasso di cambio”.
jornaleconomico