Lagos: un libro rivela la presenza delle donne sulle navi dell'espansione marittima tra il XV e il XVII secolo

L'opera, sottolinea la storica Maria de Deus Beites Manso che firma la prefazione, è «un punto di riferimento per tutti coloro che sono interessati alla storia dell'espansione, alla storia delle donne e alla comprensione delle molteplici sfaccettature dell'esperienza marittima», definendola uno «studio dettagliato delle donne che, indipendentemente dalle circostanze, navigarono sulle navi portoghesi», durante quel periodo cronologico.
“Una presenza spesso resa invisibile”, a proposito della quale l’autrice “mette in discussione le narrazioni consolidate e offre una prospettiva rinnovata sulle dinamiche di genere nel contesto marittimo dell’epoca”, sottolinea Beites Meires.
Lo storico sottolinea che questo libro, «più che un contributo all’espansione marittima portoghese», è «un esempio di come lo studio della Storia possa e debba essere un esercizio di inclusione, ampliando gli orizzonti della ricerca per includere coloro che, per troppo tempo, sono stati messi a tacere».
La presenza femminile sulle imbarcazioni era proporzionalmente ridotta ma, avverte Mariana Caldeira Gonçalves, “il minor numero di riferimenti non indica necessariamente che la loro presenza non fosse comune”.
«La documentazione sottolinea più volte che l'imbarco femminile era un fenomeno diffuso, in particolare le lamentele dei sacerdoti che dipingevano uno scenario caotico di pura dissolutezza, dovuto all'elevato numero di donne a bordo».
I passeggeri “erano sia europei che africani, americani e asiatici”, “su una scala gerarchica che variava dagli schiavi alle onorevoli dame” che viaggiavano volontariamente e involontariamente.
Le motivazioni per cui si imbarcarono furono diverse, “mettendo in risalto l’interesse economico, la missione e la condotta cristiana, l’impulso sessuale, l’esilio, la strumentalizzazione politica, i salvataggi, i metodi di preservazione del nucleo familiare e le strategie di colonizzazione e insediamento”.
L'Africa era la destinazione "meno desiderata" per le donne a bordo, "mentre America e Asia erano i continenti in cui viaggiavano più comunemente".
Per quanto riguarda le donne extraeuropee, “sono stati registrati diversi casi che indicano la circolazione e lo spostamento di un gran numero di donne all’interno della rete imperiale portoghese, in particolare nel continente asiatico”.
Riferendosi alla convivenza tra i sessi in alto mare, Mariana Caldeira Gonçalves afferma che "gli schemi mentali prevalenti in Portogallo venivano generalmente trasposti al microcosmo della nave", che era "un riflesso della società del regno, sebbene con livelli di intensità fluttuanti e talvolta dicotomici". Tuttavia, le imposizioni e le linee guida della legislazione portoghese "si facevano sentire a bordo".
“La gerarchia della nave era ben stabilita e doveva essere assolutamente rispettata”, analogamente a quanto accadeva sulla terraferma.
Beites Manso afferma che l'autore "dimostra una padronanza delle fonti e una capacità analitica che rendono questa ricerca particolarmente rilevante".
«L'attenta lettura dei resoconti di viaggio e dei registri amministrativi da parte dell'autrice le consente di esplorare le dinamiche di potere, le tensioni a bordo e le strategie di sopravvivenza femminili in ambienti prevalentemente maschili».
Mariana Caldeira Gonçalves è nata a Lagos nel 2000. Ha conseguito un Master in Storia presso l'Università di Évora, con specializzazione in Storia Sociale. È ricercatrice nel campo della storia delle donne. Beites Manso afferma che l'autrice "ha mostrato un impegno per la ricerca storica fin da giovane".
"La sua carriera accademica è stata caratterizzata da una notevole etica del lavoro, da una costante ricerca di profondità critica e dal desiderio di contribuire a nuove letture di temi storici", afferma Beites Manso.
L'opera «Donne a bordo!», pubblicata da Parsifal , sarà presentata da Maria de Deus Beites Manso il giorno 19, alle ore 16, presso la Biblioteca municipale Júlio Dantas, a Lagos, alla presenza dell'autrice.
Barlavento