Le guerre che credevamo estinte…

In un mondo in cui il futuro sembra incerto, dalla Palestina all'Ucraina o al Congo, dall'Iran alla Thailandia e, purtroppo, ovunque, la distruzione che vediamo l'umanità infliggersi è oltremodo straziante. Se non ci sono mai stati così tanti abitanti in questo mondo, non c'è mai stata una tale disparità tra loro! Credo che la distruzione causata da guerre e aggressioni derivi spesso da poco più che dall'avidità e dalla vanità personale di coloro che le causano. Cosa intende Putin con l'invasione dell'Ucraina che non otterrebbe con accordi raggiunti in modo onesto e pacato? Come sarebbe stata la storia recente della Striscia di Gaza se Netanyahu non fosse stato processato? Credo che non ci sarebbero più ostaggi tenuti da Hamas, e Hamas stessa sarebbe probabilmente molto meno potente oggi di quanto non fosse il 7 ottobre, e soprattutto oggi!
Persino gli attacchi all'Iran probabilmente non sarebbero avvenuti come sono avvenuti se Trump non avesse deciso che esisteva il pericolo di una bomba nucleare (questo perché né la Commissione per l'Energia Atomica né gli stessi Servizi Segreti americani avevano previsto alcun tipo di sviluppo di una bomba nucleare da parte dell'Iran!). Oltre alle decine di migliaia di morti che devono essere attribuite all'esercito israeliano (incoraggiato da ebrei radicali che sono esentati dall'imbracciare le armi), ad Hamas, agli Stati Uniti, alla Russia e a tutti gli altri belligeranti in questo mondo, ciò che mi colpisce di più sono le migliaia di edifici distrutti, le città distrutte, le vite distrutte e il profondo dolore causato!
Un terremoto è una cosa spaventosa, e i suoi effetti sono profondamente sconvolgenti. Ho lavorato per sostenere la ricostruzione delle Azzorre subito dopo il grande terremoto del 1° gennaio 1980, e so cosa ho visto lì (e quanto mi sconvolga ancora oggi)! Un terremoto è qualcosa che sappiamo può accadere e non è colpa di nessuno; è un evento di cui siamo consapevoli, derivante dal luogo in cui scegliamo di vivere, a differenza di una guerra, che nasce dalla decisione di qualcuno e per ragioni spesso poco chiare! Inoltre, a differenza di un terremoto che dura (anche con scosse di assestamento) poche ore o giorni, una guerra sospende ogni forma di vita finché esiste, ovvero sospende tutte le relazioni per un periodo indefinito, ma sempre e sempre più doloroso.
La distruzione che vediamo sui giornali e in televisione è solo una frazione di ciò che è stato distrutto: è ciò che deve essere rimosso prima di poter iniziare a ricostruire! Ciò che non vediamo, e che dovrà anch'esso essere ricostruito, sono i sistemi idrici e fognari, la rete elettrica, le comunicazioni e tutti i servizi che compongono un agglomerato urbano e umano. Parlo di centri sanitari, ospedali, scuole, asili nido, uffici postali, piccole imprese e luoghi di intrattenimento. Dobbiamo anche ricordare cose che nemmeno ricordiamo ma che ci mancano profondamente, come le caserme dei pompieri, le forze dell'ordine, i servizi di supporto alla comunità, ecc., ecc., ecc.! Per non parlare del trauma psicologico della popolazione che riesce a sopravvivere, né del trauma fisico che molti porteranno con sé fino alla fine dei loro giorni, né del clima di sospetto, paura e sfiducia che si è da allora instaurato tra i popoli in guerra che in precedenza mantenevano, per quanto tenui, rapporti tra loro!
Insomma, in ogni guerra ci sarà sempre una vasta parte della popolazione che non uscirà mai indenne o che non potrà mai riprendere la propria vita, come se nulla o poco fosse accaduto. Noi portoghesi, che abbiamo condotto una guerra ingiusta e fratricida, non nel nostro Paese, ma in tre Paesi ora felicemente indipendenti, cinquant'anni dopo ci troviamo ancora alle prese con questi traumi, incomprensioni, incomprensioni e situazioni spesso mal risolte o mai risolte. Una guerra è questa infinita processione di fattori negativi che non finisce mai. Pertanto, alla fine di una guerra, non si tratta di ricostruire tutto (ed è sempre molto!) ciò che è stato distrutto. Si tratta, infatti, di ricostruire un'intera società traumatizzata e indebolita. E questo accade da entrambe le parti del conflitto perché, anche se c'è un vincitore, anche quel vincitore avrà molti vinti, anche se parziali, molti vinti, anche se vittoriosi. È un detto comune e drammaticamente vero che "In una guerra, sai sempre quando e come inizia, ma non sai mai come o quando finisce!"
Ciò che sappiamo per certo è che non finirà mai bene!
Jornal do Algarve