Lettera aperta chiede a Continente di rimuovere i prodotti israeliani dagli scaffali

«La commercializzazione di prodotti israeliani è una forma di cooperazione economica con uno Stato che compie azioni riconosciute come gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale, tra cui il crimine di genocidio», si legge nella lettera aperta a cui VISÃO ha avuto accesso e che è indirizzata direttamente a Sonae, il gruppo proprietario dei negozi del marchio Continente, in cui si chiede il boicottaggio di tutto ciò che proviene da Israele come forma di pressione per fermare l'occupazione del territorio palestinese e il massacro della popolazione di Gaza.
Il documento ha già il sostegno di circa tre dozzine di gruppi, tra cui SOS Racismo, il Comitato per la solidarietà con la Palestina e Kilombo – Piattaforma di intervento antirazzista.
"Invitiamo Sonae MC a esercitare leadership e responsabilità sociale, promuovendo un'economia libera da violazioni dei diritti umani, in linea con i valori condivisi dai consumatori, dalle organizzazioni della società civile e dai principi del diritto internazionale", scrivono i firmatari, spiegando che in altri paesi europei alcune grandi catene di vendita al dettaglio stanno già attuando un boicottaggio di Israele come parte di una politica di responsabilità civile.
È il caso di Coop Allianz 3.0, la più grande catena di supermercati italiana, e del gruppo Co-op nel Regno Unito, catena da 2.300 punti vendita, che hanno smesso di vendere prodotti israeliani.
"Vendendo prodotti israeliani nei negozi Modelo/Continente, Sonae MC intrattiene rapporti commerciali che, direttamente o indirettamente, sostengono strutture economiche che sostengono l'occupazione della Palestina e l'assedio umanitario a Gaza. Questa pratica rappresenta una grave violazione dei principi di responsabilità sociale e di supervisione etica della filiera", sostengono i firmatari, denunciando quanto sta accadendo nei territori occupati da Israele.
A Gaza ci sono 470.000 persone in una situazione di “carestia catastrofica”Circa 470.000 persone a Gaza stanno affrontando uno scenario di "carestia catastrofica", che mette a rischio di morte imminente oltre 60.000 bambini a causa della mancanza di cure mediche essenziali. Le Nazioni Unite hanno riferito che 116.000 tonnellate di aiuti alimentari, sufficienti a sfamare un milione di persone per quattro mesi, sono pronte per essere consegnate attraverso i cosiddetti corridoi di aiuto. Tuttavia, dal 2 marzo, Israele ha sistematicamente bloccato l'ingresso di questi beni, inclusi medicinali, protesi, stampelle e altre forniture mediche. Inoltre, sono stati documentati episodi in cui civili, compresi bambini, sono stati colpiti da arma da fuoco mentre cercavano di procurarsi cibo", descrivono.
Nella lettera aperta si ricorda addirittura che queste azioni “sono state ampiamente classificate come gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e come elementi capaci di costituire prova di crimini di guerra e genocidio”.
Visao