Piromane condannato a pena sospesa e obbligato a curare il consumo di alcol
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Il tribunale di Coimbra ha condannato l'incendiario di Mira, 22 anni, a tre anni e nove mesi di carcere, con pena sospesa per un periodo di cinque anni, per il reato di incendio boschivo, con l'obbligo di sottoporsi a "un trattamento per l'eccesso di alcol". Il presidente del collegio ha ritenuto «gravissima per quanto sarebbe potuto accadere» la condotta dell’imputato, che ha ascoltato la lettura della sentenza in videoconferenza, in quanto si trovava in custodia cautelare – avrebbe dovuto essere scarcerato ieri –, avvertendo che situazioni come queste «non possono ripetersi». Il magistrato ha aggiunto anche che il “fattore alcol” comporta “effetti nocivi”, evidenziando la necessità che l’imputato partecipi a un piano di reinserimento.
Il tribunale di Coimbra ha condannato l'incendiario di Mira, 22 anni, a tre anni e nove mesi di carcere, con pena sospesa per un periodo di cinque anni, per il reato di incendio boschivo, con l'obbligo di sottoporsi a "un trattamento per l'eccesso di alcol". Il presidente del collegio ha ritenuto «gravissima per quanto sarebbe potuto accadere» la condotta dell’imputato, che ha ascoltato la lettura della sentenza in videoconferenza, in quanto si trovava in custodia cautelare – avrebbe dovuto essere scarcerato ieri –, avvertendo che situazioni come queste «non possono ripetersi». Il magistrato ha aggiunto anche che il “fattore alcol” comporta “effetti nocivi”, evidenziando la necessità che l’imputato partecipi a un piano di reinserimento.
Il tribunale di Coimbra ha condannato l'incendiario di Mira, 22 anni, a tre anni e nove mesi di carcere, con pena sospesa per un periodo di cinque anni, per il reato di incendio boschivo, con l'obbligo di sottoporsi a "un trattamento per l'eccesso di alcol". Il presidente del collegio ha ritenuto «gravissima per quanto sarebbe potuto accadere» la condotta dell’imputato, che ha ascoltato la lettura della sentenza in videoconferenza, in quanto si trovava in custodia cautelare – avrebbe dovuto essere scarcerato ieri –, avvertendo che situazioni come queste «non possono ripetersi». Il magistrato ha aggiunto anche che il “fattore alcol” comporta “effetti nocivi”, evidenziando la necessità che l’imputato partecipi a un piano di reinserimento.
diariocoimbra