Quando la giustizia fallisce, arrivano i vigilanti. Il Portogallo sta oltrepassando quel limite.

Un attore viene picchiato da un gruppo di neonazisti in mezzo alla strada. Gli attacchi violenti sono diventati routine nei notiziari, e ormai non ci sorprendono più.
I criminali colti in flagrante se ne vanno il giorno dopo a testa alta, come se nulla fosse accaduto. Peggio ancora, tornano negli stessi posti, guardano le loro vittime negli occhi e sanno che non accadrà loro nulla.
La gente vede. La gente parla. Ma si sente sola. Il sentimento diffuso – e legittimato dai fatti – è semplice e spaventoso: la giustizia non funziona.
La polizia arresta, ma i tribunali rinviano, archiviano e ritardano. La vittima aspetta anni. L'aggressore dorme sonni tranquilli. Nel frattempo, cresce un sentimento che il Paese non può ignorare: che chi rispetta la legge è solo, e chi la infrange non ha paura. E questo ha delle conseguenze.
In assenza dello Stato, le strade si organizzano. Prima ci sono i gruppi che vogliono "dare l'esempio". Poi, i vigilanti. Poi, le milizie. Questa non è finzione. È la logica inevitabile della rabbia senza risposta. La storia ha già dimostrato come ciò accada.
Negli anni '30, la democrazia in Germania non morì da un giorno all'altro. Morì lentamente. Morì quando i politici iniziarono a fingere che la violenza fosse un'esagerazione. Quando i tribunali smisero di emettere condanne. Quando i cittadini iniziarono a sentire il bisogno di proteggersi. Fu allora che apparvero i primi gruppi che dichiararono di "farsi giustizia da soli". E quando la vera giustizia volle agire... non ne ebbe più la forza.
Il Portogallo non è la Germania. Ma la linea che stiamo percorrendo è la stessa. Non si tratta solo di criminalità. Si tratta di chiari segnali di un sistema che sta fallendo negli aspetti essenziali: proteggere gli innocenti e punire i colpevoli.
Oggi, in molti quartieri, negozi, scuole e persino tribunali, la paura ha preso il sopravvento. E lo Stato sembra scrollare le spalle. Chi minaccia funzionari pubblici, giudici, guardie giurate e chi vive di abusi sistematici non teme conseguenze. E peggio ancora: inizia a sentirsi implicitamente autorizzato a continuare.
E i politici? Continuano a impegnarsi in dibattiti vuoti, discorsi a vuoto, riforme invisibili.
Per quanto tempo ancora? Quanto lontano lasceremo che questa situazione si estenda? Quanto lontano dovremo spingerci prima di ammettere che la giustizia ci sta deludendo gravemente?
Non è normale vivere in un Paese dove la paura prende voce e la legge perde forza. Non è normale che chi rispetta la legge si senta solo.
Il Portogallo ha ancora tempo. Ma solo se lo Stato si sveglia. Solo se i responsabili hanno il coraggio di affrontare il sistema che hanno costruito e che ora sta crollando.
Perché quando la giustizia fallisce, compaiono i vigilanti. E la democrazia non può sopravvivere ancora a lungo con questo silenzio.
Economista e consulente
sapo