Aguiar-Branco ammette il progetto Chega sulla nazionalità ma con riserve costituzionali

Il Presidente dell'Assemblea della Repubblica ha deciso di ammettere il progetto di Chega sulle modifiche alla legge sulla cittadinanza, pur sollevando riserve sulla sua costituzionalità, che però ritiene possano essere corrette nel corso dell'iter legislativo.
Questa posizione di José Pedro Aguiar-Branco è contenuta in un dispaccio reso pubblico oggi, al quale l'agenzia Lusa ha avuto accesso.
Tale ordinanza giunge anche dopo che i servizi dell'Assemblea della Repubblica hanno emesso un parere non vincolante in merito al diploma Chega, secondo il quale esso non dovrebbe essere ammesso perché è in contrasto con la Costituzione, in particolare perché mira a garantire la possibilità di perdita della cittadinanza in determinati casi.
Questo parere non vincolante dei servizi parlamentari ha addirittura portato il leader di Chega, André Ventura, venerdì scorso ad accusare il presidente dell'Assemblea della Repubblica di "bloccare" l'azione politica del suo partito, nonostante al momento in cui Ventura ha rilasciato queste dichiarazioni, José Pedro Aguiar-Branco non avesse ancora deciso nulla in merito.
Nella sentenza sul diploma Chega che propone modifiche alla legge sulla cittadinanza, il Presidente dell'Assemblea della Repubblica conclude ammettendolo "con le dovute riserve in merito alle questioni di costituzionalità sollevate e fatta salva la necessità di correzione nel corso del processo legislativo".
Il Regolamento dell’Assemblea della Repubblica, all’articolo 120, stabilisce che non sono ammessi progetti e proposte di legge o di emendamento che “violino la Costituzione o i principi in essa sanciti”.
José Pedro Aguiar-Branco ritiene che questa norma “svolga un ruolo essenziale nella protezione dell’ordine costituzionale, funzionando come un meccanismo di controllo preventivo che appare imprescindibile per garantire che qualsiasi disegno di legge, proposta di legge o emendamento presentato all’Assemblea della Repubblica rispetti i principi fondamentali che emanano dalla Costituzione”.
“Tuttavia, comprendiamo che questo potere deve essere esercitato in situazioni eccezionali e trattato con particolare cautela, nel rigoroso rispetto del principio di iniziativa legislativa sancito dal comma 1 dell’articolo 167 della Costituzione della Repubblica portoghese”, sottolinea l’ex ministro socialdemocratico.
Per il Presidente dell’Assemblea della Repubblica, il diritto di respingere un determinato diploma “non è un potere di respingere automaticamente tutte le proposte che contengano qualche non conformità alla Costituzione, bensì l’esercizio di un potere-dovere volto a impedire manifeste violazioni dei suoi precetti”.
Pertanto, dal punto di vista di José Pedro Aguiar-Branco, il rigetto di un diploma “dovrebbe essere diretto solo alle proposte che presentino una violazione flagrante, irrimediabile e insanabile della Costituzione, vale a dire quelle i cui fondamenti non possano essere corretti o sanati durante il processo legislativo, un processo sufficientemente dinamico e flessibile da consentire la correzione dei difetti e l'adattamento delle norme ai requisiti costituzionali”.
“In sintesi, comprendiamo che il potere-dovere di rigetto conferito al Presidente dell’Assemblea della Repubblica, previsto dall’articolo 120 del Regolamento interno, dovrebbe intervenire solo quando la proposta sia palesemente incompatibile con la Costituzione e così flagrante da impedire qualsiasi ragionevole adeguamento durante il processo legislativo”, sostiene nella sua sentenza.
Ed è da questa prospettiva, secondo José Pedro Aguiar-Branco, che è stata analizzata l'ammissibilità del progetto presentato da Chega.
Nella sua sentenza, il Presidente dell'Assemblea della Repubblica presenta una concezione diversa rispetto ai suoi predecessori socialisti, in particolare Ferro Rodrigues, riguardo al possibile ricorso al parere della Commissione Affari Costituzionali.
“Contrariamente a quanto accaduto nelle legislature precedenti (in particolare nella XIV Legislatura), abbiamo scelto di non ricorrere al parere della Commissione Affari Costituzionali, come organo consultivo di controllo di costituzionalità ai fini dell’ammissione dell’iniziativa”, sottolinea Aguiar-Branco.
Per l’attuale presidente del parlamento, non ricorrere alla Commissione Affari Costituzionali è l’opzione che “migliora la salvaguardia dell’indipendenza del processo legislativo”.
“Riteniamo inoltre che, in ultima analisi, il controllo preventivo di costituzionalità, in queste circostanze, potrebbe trasformarsi in uno strumento politico suscettibile di essere utilizzato per ostacolare o agevolare proposte legislative conformi agli interessi delle maggioranze parlamentari, compromettendo così l’esercizio del potere di iniziativa legislativa”, sostiene.
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