La Zero Association critica i piani per il gas naturale

Il piano per lo sviluppo della rete e delle strutture del gas naturale, la cui consultazione pubblica si è conclusa venerdì, è criticato dall'associazione ambientalista Zero, che ha presentato un parere di rigetto e di opposizione al documento.
Il parere negativo è stato presentato all'Autorità di regolamentazione dei servizi energetici (ERSE), nell'ambito della consultazione pubblica, e perché, secondo l'associazione, il Portogallo dovrebbe chiudere progressivamente la rete del gas naturale fossile e non investire in tale rete, come previsto dal documento cosiddetto Piano indicativo decennale per lo sviluppo e gli investimenti nella rete nazionale di trasporto, nelle infrastrutture di stoccaggio e nei terminali GNL (gas naturale liquefatto) PDIRG 2025.
“Il PDIRG 2025, nella sua forma attuale, non è allineato con il percorso di decarbonizzazione nazionale ed europeo, non rispetta i principi di sufficienza ed efficienza energetica e rischia di perpetuare infrastrutture obsolete del gas fossile, compromettendo risorse che dovrebbero essere indirizzate verso soluzioni energetiche realmente sostenibili”, afferma Zero in una nota diffusa questo sabato.
Il PDIRG 2025 si concentra sulla miscelazione dell'idrogeno con il gas fossile (gas naturale) e prevede investimenti per oltre 111 milioni di euro per adattare la rete di trasporto del gas (RNTG) e lo stoccaggio sotterraneo a miscele fino al 10% in volume di idrogeno.
Un'opzione, secondo Zero, è quella di mantenere l'attuale rete del gas come parte centrale del sistema energetico, opzione che non solo manca di razionalità economica e tecnica, ma è anche "esplicitamente scoraggiata dal nuovo quadro legislativo europeo", come annunciato dalla stessa ERSE.
Immettere idrogeno verde nella rete, consumando una grande quantità di energia rinnovabile, significa "scommettere su un modello a breve termine" ed essere tecnologicamente obsoleto, afferma l'associazione, che difende la produzione decentralizzata di idrogeno o metano come il modello migliore, perché riduce i costi di trasporto ed evita investimenti in grandi reti.
L'idrogeno verde, sostiene Zero, dovrebbe essere utilizzato in settori difficili da elettrificare, come il trasporto marittimo, l'aviazione e parte dell'industria pesante, e non per il consumo residenziale o generale attraverso la rete del gas esistente.
Ciò che bisogna fare, e con urgenza, è iniziare a pianificare la fine della RNTG, in modo che sia completamente chiusa “dalla metà degli anni 2040”.
Con la progressiva elettrificazione dei consumi e la forte riduzione già osservata nel consumo di gas in Europa e in Portogallo, non esiste alcuna giustificazione economica, ambientale o strategica per continuare ad espandere o estendere il ciclo di vita delle grandi infrastrutture del gas fossile”, osserva Zero.
Pertanto, si afferma inoltre nella dichiarazione, investire nel terminale GNL di Sines non è coerente con il percorso di decarbonizzazione e non è in linea con gli obiettivi climatici, oltre a comportare un rischio elevato di creare ulteriori investimenti senza ritorno.
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