Inizia il processo d'appello per 13 attivisti pro-democrazia

Lunedì, tredici attivisti pro-democrazia hanno iniziato a presentare ricorso contro le loro condanne al carcere, nel più grande processo ai sensi della legge sulla sicurezza nazionale fino ad oggi nella regione semi-autonoma cinese di Hong Kong.
In totale, alla fine del 2024, 45 esponenti dell'opposizione sono stati condannati a pene detentive effettive per aver organizzato, nel 2020, delle elezioni primarie informali, classificate dalle autorità come cospirazione per sovvertire il potere dello Stato.
Tra gli imputati figurano ex deputati, rappresentanti distrettuali, accademici e sindacalisti, con opinioni che vanno dal moderato al radicale. Molti sono stati arrestati nel 2021 e hanno già trascorso più di quattro anni in carcere.
La repressione dell'opposizione si è intensificata dopo che Pechino ha imposto una severa legge sulla sicurezza nazionale in seguito alle proteste di massa a favore della democrazia che hanno scosso Hong Kong nel 2019.
Gli ex legislatori Leung Kwok-hung (noto come "Capelli Lunghi"), Lam Cheuk-ting, Helena Wong e Raymond Chan sono tra i 13 attivisti che contesteranno le condanne durante le udienze programmate per i prossimi dieci giorni.
Owen Chow, 28 anni, è l'imputato a cui è stata inflitta la pena più severa tra coloro che hanno presentato ricorso: sette anni e nove mesi di carcere.
"L'unico modo per ripristinare l'immagine della città come un luogo in cui i diritti sono rispettati e le persone possono esprimere liberamente le proprie opinioni senza timore di essere arrestate è ribaltare queste condanne", ha affermato Sarah Brooks, direttrice di Amnesty International per la Cina.
Le elezioni primarie informali organizzate dagli attivisti avevano lo scopo di aumentare le possibilità di ottenere la maggioranza legislativa alle elezioni di Hong Kong, con l'obiettivo di fare pressione sul governo locale affinché accettasse richieste come l'introduzione del suffragio universale, sotto la minaccia di un veto sul bilancio.
Tre giudici, nominati dalle autorità per esaminare casi legati alla sicurezza nazionale, hanno ritenuto che il piano costituisse un tentativo di provocare una “crisi costituzionale”.
Gli Stati Uniti, l'Unione Europea e il Regno Unito hanno già condannato la causa, affermando che essa illustra l'erosione delle libertà fondamentali e dell'opposizione politica nell'ex colonia britannica, passata sotto la sovranità cinese nel 1997.
Nella fase di appello, i pubblici ministeri contesteranno anche l'assoluzione dell'avvocato Lawrence Lau, uno dei soli due imputati nel cosiddetto caso "Hong Kong 47" ad essere stati dichiarati non colpevoli in primo grado.
Il processo a Lau e ad altri oppositori è stato visto come il simbolo del crollo delle garanzie di libertà di espressione e di associazione a Hong Kong, una città vicina a Macao.
Nel frattempo, otto attivisti, tra cui l'ex giornalista e avvocato Claudia Mo e l'attivista per i diritti LGBT+ Jimmy Sham, hanno già scontato la pena e sono stati rilasciati nelle ultime settimane. Nel frattempo, uno degli ultimi partiti di opposizione rimasti a Hong Kong, la Lega dei Socialdemocratici (LSD), ha annunciato il suo scioglimento a fine giugno, citando "un'enorme pressione politica".
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