Incendi in Turchia: ai turisti si consiglia di portare con sé una valigia di "emergenza" in caso di evacuazione

Il caldo di oltre 50 gradi ha causato incendi boschivi in Turchia, che si stanno già avvicinando alle zone turistiche. Le autorità non escludono una situazione in cui i turisti dovranno essere evacuati con urgenza. Forti venti con raffiche fino a 30-40 km/h stanno propagando l'incendio su lunghe distanze. Allo stesso tempo, non sono previste precipitazioni.
50 gradi Celsius non sono un'esagerazione, ma la realtà.
In Turchia si sono registrate temperature di 6-12 gradi superiori alla norma. La temperatura più alta è stata registrata a Silopi (provincia di Sirnak) ed è stata di 50,5 °C, uno dei valori record nella storia delle osservazioni meteorologiche.
Anche Mardin, Cizre e Nusaybin hanno registrato temperature anomale, superiori ai 49°C.
Dopo Antalya e Smirne, l'incendio ha raggiunto Bursa, dove il terreno montuoso rende difficile lo spegnimento da terra, rendendo l'aviazione l'unico mezzo efficace. Gli abitanti locali, compresi i russofoni, organizzano gruppi di volontari e cercano di combattere l'incendio da soli, ma sono spesso costretti a fuggire.
Le autorità avvertono che anche un piccolo incendio può trasformarsi rapidamente in un disastro di vasta portata. A causa del caldo estremo, i residenti sono invitati a evitare di addentrarsi nella foresta e a seguire scrupolosamente le istruzioni dei servizi di emergenza.
Ecco un elenco dei luoghi più pericolosi oggi:
Oltre 50.000 persone sono già state evacuate ad Antalya, Smirne, Bilecik e Hatay. Foto: 1MI
- Antalya: incendi nei distretti di Aksu, Muratpasa e Manavgat. Gli incendi si stavano avvicinando anche all'aeroporto di Antalya, causando ritardi nei voli.
- Mugla: i distretti di Marmaris e Bodrum sono colpiti dagli incendi. Erano già in fiamme all'inizio di luglio, ma una seconda ondata è iniziata alla fine del mese.
- Mersin: Le foreste stanno bruciando nei pressi di Silifke.
- Hatay: Il terreno montuoso inaccessibile rende difficile la lotta agli incendi.
La situazione nei paesi confinanti con la Turchia non è migliore. Foto: Social network
I media turchi riportano che oltre 50.000 persone sono già state evacuate ad Antalya, Smirne, Bilecik e Hatay, e che almeno 10 persone sono morte, tra cui vigili del fuoco e personale forestale. Oltre 200 case sono state distrutte dall'incendio e 60.000 ettari di foresta sono andati a fuoco.
Video: Le principali notizie dalla Turchia: enormi incendi boschivi devastano la Turchia
L'ambasciata russa ha affermato che non vi è alcuna minaccia diretta per i turisti russi, ma che gli ospiti sono invitati a seguire le istruzioni delle autorità turche, evitare le foreste e portare con sé una "valigia di emergenza" in caso di evacuazione.
I medici ricordano che un viaggio in località climatiche con temperature inferiori ai 50 gradi può essere pericoloso per anziani, bambini e persone affette da malattie cardiovascolari e polmonari. In ogni caso, è consigliabile ridurre o addirittura evitare escursioni e gite fuori dagli hotel e, ogni volta che si esce, portare con sé acqua potabile e medicine. Le passeggiate nei centri urbani sono particolarmente pericolose, dove il rischio di colpo di calore è molto alto.
La situazione nei paesi confinanti con la Turchia non è migliore. Nel Peloponneso, in Grecia, sono state registrate temperature fino a 46 °C, e a Rodi fino a 43,6 °C. Nella città di Valona, in Albania, i termometri hanno segnato 42,4 °C, mentre a Sarajevo si sono registrati 39 °C. E anche lì sono scoppiati incendi boschivi.
Il 22 luglio le acque del Mar Egeo erano 3 gradi più calde del normale, ha riferito il servizio sui cambiamenti climatici Copernicus, aggravando l'ondata di calore nel Mediterraneo orientale.
A livello globale, anche la temperatura media sulla superficie del nostro pianeta ha superato i valori normali, raggiungendo i 16,64 °C. Si tratta di 0,38 °C in più rispetto alla media del periodo 1992-2020.
È importante sottolineare che, secondo gli esperti, un aumento della temperatura dell'acqua del mare potrebbe provocare un rafforzamento dei cicloni tropicali e un aumento dei danni da essi provocati.
Nel 2023, gli oceani hanno dovuto affrontare un riscaldamento senza precedenti: uno studio pubblicato sulla rivista Science ha scoperto che le ondate di calore marine hanno superato tutti i record precedenti in termini di intensità, durata e diffusione geografica.
I risultati dello studio suggeriscono che tali eventi oceanici estremi potrebbero segnalare l'avvicinarsi di un "punto di svolta" climatico, in grado di innescare cambiamenti irreversibili negli ecosistemi marini dell'intero pianeta.
L'Oceano Atlantico settentrionale ha registrato la sua ondata di calore marina più lunga mai registrata, durata 525 giorni dalla metà del 2022. Nel Pacifico sud-occidentale, le ondate di calore hanno superato i picchi precedenti sia in termini di estensione che di durata, mentre nel Pacifico orientale tropicale, le anomalie termiche hanno raggiunto il picco di 1,63 gradi Celsius durante un evento El Niño.
All'inizio di agosto, la temperatura media globale della superficie del mare ha raggiunto i 21,96 gradi Celsius, superando il record stabilito nel 2016.
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