Le azioni crollano dopo che Trump ha annunciato nuovi dazi radicali

Giovedì sera Trump ha firmato un ordine esecutivo che impone tariffe doganali a 70 paesi.
Le azioni statunitensi sono crollate nelle prime contrattazioni di venerdì, poche ore dopo che il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che impone nuovi dazi su decine di paesi. Un debole rapporto sull'occupazione ha aggravato il nervosismo degli investitori, rivelando un rallentamento delle assunzioni negli ultimi mesi, a seguito dell'entrata in vigore dei dazi imposti da Trump.
Il Dow Jones Industrial Average è sceso di 615 punti, pari all'1,3%, mentre l'S&P 500 è sceso dell'1,6%. Il Nasdaq, che ha un'alta concentrazione di titoli tecnologici, è sceso del 2,1%.
L'ordine esecutivo di Trump, emanato giovedì sera, ha stabilito le aliquote da applicare a quasi 70 paesi, che vanno dal 10% al 41%, in quello che un funzionario dell'amministrazione Trump ha salutato come l'inizio di un "nuovo sistema commerciale". I nuovi dazi entreranno in vigore il 7 agosto.
Le aliquote tariffarie assomigliano a quelle applicate a oltre 90 paesi il 2 aprile, sebbene con alcune differenze. Tali tariffe sono state rinviate di 90 giorni, innescando una forte svendita di azioni e un'impennata dei rendimenti obbligazionari.
All'inizio di luglio, Trump ha nuovamente posticipato l'introduzione dei dazi, fissando la scadenza al 1° agosto.
I dazi annunciati nella tarda serata di giovedì sono arrivati poche ore prima che un rapporto sull'occupazione pubblicato venerdì mattina mostrasse un netto rallentamento delle assunzioni, in quanto le precedenti imposte di Trump si erano riversate sull'economia negli ultimi mesi.
Secondo i dati dell'Ufficio di statistica del lavoro degli Stati Uniti (BLS), a luglio gli Stati Uniti hanno creato 73.000 posti di lavoro, ben al di sotto della media di 130.000 posti di lavoro creati ogni mese quest'anno.
Il rapporto ha inoltre fornito nuove stime per i due mesi precedenti, abbassando significativamente la stima del governo sui posti di lavoro creati a maggio e giugno. A maggio, gli Stati Uniti hanno creato 19.000 posti di lavoro, una cifra molto inferiore rispetto alla precedente stima di 139.000 posti di lavoro, secondo il BLS. A giugno, invece, l'economia ha creato solo 14.000 posti di lavoro, rivedendo al ribasso una precedente stima di 147.000 posti di lavoro.

"Il rapporto sull'occupazione di oggi è stato deludente perché non ha soddisfatto le aspettative degli economisti, ma sono le nette revisioni rispetto ai due mesi precedenti a risaltare davvero", ha dichiarato in una nota ad ABC News Bret Kenwell, analista di investimenti statunitensi presso eToro.
La svendita di venerdì sembra aver interrotto la solida performance del mercato azionario che durava da mesi. Dopo una certa volatilità di mercato in primavera, gli investitori hanno ampiamente ignorato i dazi di Trump.
Quest'anno il Dow Jones è salito del 2%, mentre l'S&P 500 è balzato del 6%. Il Nasdaq è cresciuto dell'8%.
Oltre a un'inflazione più alta del previsto registrata giovedì, i dati sull'occupazione "potrebbero aver raffreddato un po' la ripresa", ha affermato Kenwell.
ABC News