Per Telfar la passerella è tutta dedicata alla famiglia
Telfar Clemens ha sempre fatto le cose a modo suo. Che si tratti di stravolgere i tradizionali modelli di acquisto e di prezzo, o di aprire un flagship store a Soho e creare una propria emittente televisiva, lo stilista è sempre stato un punto di riferimento per la comunità nel panorama della moda indipendente. Nel fine settimana, dopo una pausa di anni, Clemens è sceso in passerella per le strade di New York.
Alla sfilata, il supporto e l'affetto erano cristallini. Fan, amici, familiari e addetti ai lavori si sono riversati nel vicolo dietro la boutique nel giorno più caldo dell'anno. Un mormorio si è sparso tra la folla mentre Solange Knowles usciva dal negozio e si accomodava al suo posto. Venivano distribuiti ventilatori elettrici e bottiglie d'acqua e la folla era in trepidante attesa. Clemens è uscito brevemente per ringraziare tutti per essere venuti, applaudire qualsiasi vera appassionata di moda si fosse intrufolata in prima fila e farci sapere con affetto: "Non siamo noi in ritardo, siete voi".
Passarono due ore e il sole iniziò a tramontare tra gli edifici, proiettando una luce suggestiva sulle persiane di legno e sui fili per stendere i panni pieni di Telfar, stesi tra gli edifici. L'atmosfera da sola era sufficiente a romanticizzare quest'esperienza unica a New York. Il mio telefono segnava le 8:15, le tribune si riempirono ulteriormente di ritardatari e passanti emozionati, e finalmente lo spettacolo ebbe inizio.
Fedele allo spirito Telfar, la presentazione ha stravolto le aspettative di una tradizionale sfilata. Il cast era composto da persone provenienti direttamente dalla community del marchio. (Un casting aperto si è concluso con una votazione pubblica in una puntata intitolata "New Models" sulla piattaforma televisiva Telfar.)
Ogni preconcetto di andature stoiche e in fila indiana è stato immediatamente accantonato. Le modelle hanno sfilato a passi goffi ma decisi, a volte a passi rapidi, a volte con un atteggiamento lento e sensuale (il collega stilista Raul Lopez di Luar ha sfoggiato un look celeste, con la potenza di una Shalom Harlow anni '90). Alcune sfilavano in gruppo, altre salutavano con la famiglia e i bambini al seguito. Lo spettacolo è stato impressionante, con quasi 200 persone che hanno celebrato il marchio lungo il vicolo.
Ogni look ha suscitato un'ovazione. Gli abiti sembravano la logica continuazione delle silhouette sovvertite per cui Telfar è nota. Canotte a coste a contrasto, stampe ispirate a "I Heart New York" e gonne/canotte multiuso costituivano il cuore della collezione. La passerella ha anche messo in risalto il denim "fits all" del marchio, lanciato all'inizio di questa primavera. Jeans skinny, tute in stile anni '70 e gonne midi in denim hanno sfilato in tonalità indaco intenso. Altrove, sandali in gelatina con logo sono apparsi in una miriade di colori, giusto in tempo per l'ondata di calzature minimaliste.
Il pezzo forte sono rimasti gli accessori. Il marchio è diventato famoso per la sua shopping bag, nata nel 2014 e successivamente soprannominata "Bushwick Birkin". Sebbene Clemens abbia dichiarato di non amare il termine, all'apice della sua popolarità – e prima dell'innovativo programma di sicurezza per le borse del marchio – era quasi altrettanto difficile da reperire quanto una Birkin. Da allora, il marchio ha ampliato le sue silhouette, offrendo borsoni e una "Dumpling Bag". Tuttavia, questa volta Clemens si è spinto ancora oltre nell'ambito della shopping bag, lanciando una Plastic Bag ispirata alla gastronomia. Ogni vero newyorkese ha visto riflessa la propria iconografia, ed è questo che rende i design di Telfar così resistenti.
Dopo vent'anni, Telfar riesce ad attrarre un pubblico, per giunta esuberantemente alla moda. Tutto sommato, Telfar ha dimostrato ancora una volta che le cose buone valgono sicuramente l'attesa.
Alexandra Hildreth è la Fashion News Editor di ELLE. È affascinata dalle tendenze di stile, dalle novità del settore, dai cambiamenti radicali e da The Real Housewives . In precedenza, ha frequentato l'Università di St Andrews in Scozia. Dopo la laurea, è tornata a New York e ha lavorato come giornalista e produttrice freelance.
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