Un marito tradito e rifiutato si ritrova in Andalusia


Un uomo viaggia con una roulotte trainata da cavalli, enorme e incredibilmente costosa. Questo, a sua volta, non promette nulla di buono per sua moglie, Céline. Erich, il protagonista dell'omonimo nuovo romanzo di Daniel Ganzfried, è determinato a fare un regalo di compleanno a Céline, un'appassionata cavallerizza. Il problema: lei si rifiuta categoricamente di avere il nobile cavallo grigio di nome Churro.
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Erich ha già versato un sostanzioso acconto di cinquemila euro. Ora, all'insaputa di Céline, si sta dirigendo nel sud della Francia per ritirare il nobile animale da una scuderia.
Tuttavia, la sorpresa accuratamente pianificata fallisce, perché prima che lui raggiunga la sua destinazione, sua moglie gli dice al telefono che ha bisogno di un po' di spazio. Lo dice inequivocabilmente: "Lasciami in pace!". Si scopre che Cécile è stufa di suo marito da tempo. Lui lavora per suo padre, un ricco banchiere privato, e ha la testa piena di numeri. Lei deride queste ignobili pratiche di accumulo di denaro e si dedica invece a un progetto scolastico a Calcutta. Sembra anche che stia rivolgendo la sua attenzione a un altro uomo.
Sulla strada verso te stessoIncapace e riluttante a comprendere l'improvvisa partenza di Céline, Erich si affida alla sua intuizione e si lascia trasportare ulteriormente lungo l'autostrada fino a giungere a El Rocío, nel sud dell'Andalusia. Nella vicina cittadina di Moguer, immortalata in termini letterari dal premio Nobel spagnolo Juan Ramón Jiménez con le sue magnifiche storie sull'asino Platero, c'è un cavallo grigio che, guarda caso, porta quasi lo stesso nome di quello che voleva dare alla moglie.
Nel tentativo di convincere il riluttante proprietario a vendere, Erich si imbatte in ostacoli inaspettati, poiché tutti a Moguer – siamo nella settimana che precede la Pentecoste – si stanno preparando a partecipare al grande pellegrinaggio a El Rocío alla Vergine della Rugiada del Mattino. Erich, involontariamente, diventa un pellegrino, e la gente del posto lo prende volentieri sotto la propria ala protettrice e gli permette di partecipare alla tradizione.
Daniel Ganzfried ha pubblicato diversi anni fa un resoconto di questo pellegrinaggio, che tiene col fiato sospeso l'intera Andalusia, per una rivista svizzera, e ora elabora le sue esperienze in questo romanzo. Ciò che vede e sperimenta appare strano, ma toccante, a Erich. Misteriosamente, anche l'autore è affascinato da questa fascinazione. Cita pagine e pagine dei canti popolari originali che accompagnano i pellegrini. Ne fornisce poi le traduzioni in appendice.
Il romanzo di Ganzfried descrive il percorso di un uomo disturbato e insicuro di sé. Più Erich si integra nella comunità e si avvicina a El Rocío, meno spesso i suoi pensieri ruotano attorno alla moglie e più sembra disposto a liberarsi di quella che Céline chiamava la sua "spietatezza narcisistica" e a mettere in discussione la sua vita precedente.
Immagini storteL'esplorazione di sé durante un pellegrinaggio è una trama sapientemente scelta e apre un ampio ventaglio di potenzialità. Il viaggio alla scoperta di sé è costantemente sottolineato dalle strane immagini di un rituale religioso che la gente del posto dà per scontato.
Tuttavia, il romanzo non convince per due motivi principali: in primo luogo, rimane troppo concentrato sulla prospettiva di Erich. Così, a posteriori, Céline appare in gran parte come una donna unidimensionale e spietata che non riesce a compiacere Erich, il quale, peraltro, è una figura piuttosto pallida. In secondo luogo – e questo è più grave – Daniel Ganzfried non riesce a trovare un linguaggio appropriato per gran parte del suo romanzo.
Un'immagine distorta si sussegue all'altra, aprendo costantemente nuovi campi metaforici che raramente fluiscono in modo coerente dalla narrazione. Frasi come "Erich si rese conto con vergogna di essere sopraffatto da un'ondata di desiderio di una certezza così disperata, poiché le sue origini si perdevano in un campo sconfinato e il suo progresso sembrava aver perso sia scopo che ragione" si alternano a errori linguistici: le vele poi "corteggiano" raffiche, i fenicotteri "si muovono su trampoli" negli stagni, i gatti sonnecchianti "si arricciano" e sotto il diaframma, niente meno che "il rancore che rotola" "rimbomba". Questi svolazzi stilistici contrastano con la storia della purificazione di Erich, e il pellegrinaggio si trasforma in un'odissea linguistica involontaria.
Daniel Ganzfried: Erich. Un romanzo. Agenda-Verlag, Münster 2025. 257 pp., p. 29,90.
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