L'America di Trump | Virtù antifasciste

Uno degli effetti del crescente autoritarismo è che sta diventando sempre più difficile ignorare la politica nella propria vita. Sempre più persone temono per il proprio lavoro o per la propria residenza, sono state insultate o aggredite per strada, o hanno parenti in zone di guerra. Certo, si può reagire politicamente; si può partecipare a manifestazioni o votare. Ma anche nella vita di tutti i giorni, ci si trova improvvisamente di fronte al compito di definire e riflettere sulla propria posizione personale. L'antifascismo non è solo una questione di strategia politica, ma anche di vivere la vita nel modo giusto: una questione di virtù.

Uno dei consigli che lo storico Timothy Snyder dà nel suo libro sulla tirannia, e che attualmente viene spesso citato sui cartelli delle manifestazioni negli Stati Uniti, è: "Siate il più coraggiosi possibile". Snyder sottolinea che la resistenza nei sistemi autoritari richiede coraggio, persino il coraggio di rischiare la vita per la libertà. Negli ultimi mesi, ho notato ripetutamente come queste domande siano diventate rilevanti per molte persone per la prima volta nella loro vita: come oso? Posso ancora pubblicare qualcosa contro Trump sui social media? Mi è permesso menzionare il tema dell'uguaglianza nel mio progetto di lavoro? Sono pronto a cercare uno scontro con la polizia? Cosa farei esattamente se la polizia di espulsione (ICE) arrivasse proprio ora e cercasse di portare via i giovani dal tavolo accanto?

Non c'è quindi da stupirsi, ed è del tutto giustificato, che coloro che sono particolarmente coraggiosi vengano celebrati come eroi: persone come Mahmoud Khalil, che ha trascorso tre mesi in un centro di deportazione in Louisiana per il suo attivismo. Greta Thunberg, che ha tentato di portare aiuti a Gaza sotto assedio su un veliero. Il tesoriere di New York City Brad Lander, arrestato dall'ICE per aver tentato di scortare i migranti fuori da un tribunale. I vicini di casa di Pasadena hanno impedito le deportazioni sfrattando gli agenti dell'ICE da un hotel. E innumerevoli eroi di tutti i giorni che rischiano ripetutamente la propria vita per affrontare il fascismo.

Tuttavia, è anche problematico ridurre la questione delle virtù al coraggio. In primo luogo, questo si concentra principalmente su azioni spettacolari e isolate piuttosto che su pratiche e strutture invisibili e durature. In secondo luogo, aumenta la barriera all'impegno: se la politica è per gli eroi, cosa possono contribuire coloro che non sono o non possono essere coraggiosi? La filosofa Joy James suggerisce di riflettere sull'antifascismo usando l'esempio della materna prigioniera. Le materne prigioniere sono tutte le persone, indipendentemente dal genere, che hanno una responsabilità di cura per gli altri e sono al centro di criminalizzazione e repressione. James sottolinea l'importanza centrale di prendersi cura delle culture e dei movimenti di protesta: ogni manifestazione, ogni campagna, ogni rivolta ha bisogno di persone che cucinino, curino le ferite e ascoltino.

In futuro, faremo sempre più affidamento sulla disponibilità di infrastrutture di assistenza in ogni città e villaggio: spazi dove le persone possono pernottare, dove possono trovare cibo, dove possono parlare di traumi e lutti, dove si ascolta buona musica, dove si creano connessioni. Oltre a chiederci "Cosa oso fare?", ognuno di noi può anche chiedersi: di chi o di cosa posso prendermi cura, qui e ora?