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A rischio il Polo della moda: Maramotti si ritira, sconcerto del sindaco

A rischio il Polo della moda: Maramotti si ritira, sconcerto del sindaco

Reggio Emilia, 30 giugno 2025 – Visto il “clima di divisione e strumentalizzazione” creatosi attorno al Polo della Moda, Max Mara Fashion Group annuncia il suo “ritiro definitivo” dal progetto. La decisione presa dal gruppo sembra oggi pomeriggio essere piovuta dal cielo. Il fermento emanato dal Piano di Attuazione di Interesse Pubblico (Paip) per la nuova sede alle ex Fiere in zona Mancasale è stato smorzato in poche, chiarissime righe: “Dobbiamo prendere atto delle perplessità e delle divisioni emerse” dice il presidente di Max Mara Fashion Group, Luigi Maramotti, che identifica il “punto di rottura” nel consiglio comunale dello scorso 23 giugno.

Quel giorno l’assemblea ha adottato con 25 voti favorevoli la delibera per il Paip, ma l’ordine del giorno ha raggiunto Sala del Tricolore a temperatura bollente. Il dibattito infatti si era acceso già a fine maggio con la protesta delle lavoratrici di Manifattura San Maurizio, controllata dal gruppo. Il presidio è stato organizzato davanti al Tecnopolo proprio mentre era in corso la presentazione del progetto. Due giornate di sciopero per denunciare "permessi negati, ferie imposte, ritmi insostenibili che producono danni fisici e malattie professionali e nessun riconoscimento salariale”.

La vera e propria esplosione, arrivata fino in Parlamento, è stata raggiunta dopo la denuncia anche di offese gratuite che le dipendenti avrebbero ricevuto sul posto di lavoro. E mentre la politica nazionale (M5S e Avs in primis) chiedeva al governo di fare chiarezza tirando in causa anche l’ispettorato del lavoro, quella locale (Coalizione Civica in primis) ha messo in discussione la salubrità dei presupposti per la creazione del Polo della Moda.

Il progetto “immaginato fin da novembre 2023, si è scontrato con un contesto politico che ne ha minato le fondamenta” spiega Maramotti. Per Max Mara, il consiglio comunale del 23 giugno si è concentrato “non sui meriti urbanistici ed economici del progetto, ma sulle relazioni industriali interne al gruppo”. Il voto favorevole in consiglio “è stato in realtà condizionato a future verifiche sul comportamento del nostro gruppo – sottolinea Maramotti – come se avessimo bisogno di stimoli esterni per rispettare la legalità e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori”.

Il sindaco Massari ha rilasciato dichiarazioni pubbliche da cui il gruppo si dichiara sconcertato: “Ci è assolutamente incomprensibile – specifica il presidente – perché il sindaco non abbia in nessun modo cercato di approfondire la fondatezza dei fatti riportati prima di esprimersi pubblicamente, allineandosi con le affermazioni unilaterali di una singola componente sindacale (la Cgil, ndr). Un semplice confronto informativo preventivo sarebbe stato sufficiente a chiarire la nostra posizione”.

La società “non procederà alla sua acquisizione” dell’area in cui sarebbe dovuto sorgere il Polo della Moda. “In quanto presidente, non posso permettere che durante questo percorso residuo siano ulteriormente danneggiati la reputazione dell’azienda e le migliaia di lavoratrici e lavoratori che la fanno vivere – chiosa Maramotti –. Non possiamo esporci ad attacchi diffamatori che minino ingiustamente il marchio Max Mara alla vigilia del 75° anniversario dalla fondazione”.

E per fugare ogni dubbio su un possibile compromesso, dopo aver confermato l’intenzione di continuare a investire sul territorio, la società “si augura che il lavoro di analisi svolto sull’area possa comunque essere utile in futuro per individuare un soggetto attuatore in grado di realizzare un progetto alternativo”.

İl Resto Del Carlino

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