Addio a Giuseppe Crippa, lo Steve Jobs italiano. La famiglia: “Lascia un’impronta indelebile”

Merate (Lecco) – Ha iniziato nel garage di casa. Come Steve Jobs della Apple. E come lui ha rivoluzionato la tecnologia e anticipato un futuro che nessuno nemmeno immaginava. Dal nulla ha costruito un impero globale da mezzo miliardo di euro di fatturato ed è diventato tra i trenta più ricchi d’Italia e i mille al mondo con un patrimonio personale di oltre 4 miliardi di euro, anche se lui nemmeno lo sapeva. “Un imprenditore visionario e geniale”, è il tributo del ministro dell’Economia Giuseppe Giorgetti a Giuseppe Crippa, il fondatore e presidente della Technoprobe, colosso della microelettronica di precisione, scomparso l’altro giorno all’età di 90 anni. Giuseppe Crippa, con le sue probe card, schede per testate i microchip, ha permesso di raggiungere livelli e di esplorare soluzioni altrimenti irraggiungibili: digital data, 5G, smartphone sempre più performanti, auto che si pilotano da sole, elettrodomestici intelligenti, computer, apparati per il settore aerospaziale...
“Nel dolore per la perdita, vogliamo celebrare una vita pienamente realizzata – lo ricordano la moglie Mariarosa, compagna di vita e di lavoro, i figli Cristiano, Roberto e Monica, e Stefano Felici, ceo della Spa –. Giuseppe era un uomo pervaso da un’inesauribile passione per la tecnologia e l’innovazione, da un’eccezionale visione imprenditoriale e da un profondo rispetto e amore per le persone. Figura straordinaria sotto ogni profilo, umano, professionale e di impegno sociale. Ha lasciato un’impronta indelebile”.
Oggi, nell’headquarter della Technoprobe di Cernusco Lombardone trasformato in camera ardente, come in tutte altre 22 sedi sparse in tre continenti e 10 Paesi, è il giorno dei cordoglio e nessuno dei quasi 3.500 dipendenti, 2mila solo in Italia, lavora. Il funerale verrà celebrato domani, in forma strettamente privata.
La storiaNato a Robbiate il 5 maggio 1935, dopo una breve esperienza in Breda, ha lavorato in SGSATES, poi Stmicroelectronics. Una volta in pensione, nel 1995, ha investito la liquidazione nell’attività iniziata nel 1993 con il figlio Cristiano e l’aiuto amministrativo della moglie nel garage di casa a Merate, fondando nel ‘96 la Technoprobe per la produzione di probe card, l’inizio di uno straordinario percorso. Oggi Technoprobe, quotata in borsa, è un hub tecnologico con quattro centri di ricerca e oltre 600 brevetti certificati. Sebbene sia una multinazionale, il cuore è sempre nella Brianza meratese, che Giuseppe Crippa ha trasformato in una Silicon Valley tricolore.
Il filantropoNon solo però un eccezionale imprenditore. È stato anche un grande filantropo: tra i suoi regali, l’hub vaccinale durante la pandemia, l’orto sociale per lavoratori svantaggiati, macchinari e presidi sanitari per l’ospedale di Merate, contributi a volontari, oratori e scuole etc. Alla Technoprobe pure gli stagisti delle superiori vengono pagati. “L’emblema di un umanesimo imprenditoriale moderno” lo ricorda Mattia Salvion, sindaco di Merate, che ha proclamato un giorno di lutto cittadino. “Ha guidato il progresso nel settore e investito con generosità e altruismo nello sviluppo sostenibile e nel benessere per la comunità”, si associa Gennaro Toto, primo cittadino di Cernusco Lombardone. “Un eccezionale ed appassionato innovatore ed instancabile lavoratore, ma anche e prima di tutto persona generosa e molto attenta al valore delle persone”, dice Marco Campanari, presidente di Confindustria Lecco e Sondrio.
Il Giorno