BCE il fattore clima entra nel calcolo dei collaterali: perché e come funziona


Il fattore clima entrerà nel calcolo dei collaterali della BCE. Il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso di introdurre una nuova misura nell’ambito del quadro dei collaterali, per gestire meglio i rischi finanziari legati alla crisi climatica.
Il valore dei collaterali forniti dalle controparti nelle operazioni di rifinanziamento dell’Eurosistema è sensibile alle incertezze legate ai cambiamenti climatici. Poiché tali operazioni costituiscono uno strumento chiave per il mantenimento della stabilità dei prezzi, il Consiglio direttivo ha deciso di introdurre un “fattore climatico” che potrà ridurre il valore assegnato agli attivi idonei dati in garanzia, a seconda del grado in cui tali attivi risultino esposti a queste incertezze. Questo meccanismo agirà come cuscinetto rispetto ai potenziali impatti finanziari delle incertezze legate al clima.
La misura si affiancherà agli strumenti già esistenti nei tool di gestione del rischio dell’Eurosistema, includendo analisi prospettiche basate su scenari climatici e contribuirà così a rafforzare la resilienza dell’attuazione della politica monetaria dell’Eurosistema. La calibrazione della misura garantirà un’adeguata disponibilità di collaterale.
Il Consiglio direttivo ha deciso di applicare il fattore climatico agli attivi negoziabili emessi da società non finanziarie e dalle loro entità affiliate, prendendo in considerazione eventi negativi specificamente legati alla transizione verde. Il fattore climatico sarà applicato ai singoli attivi e la sua calibrazione terrà conto dei dati settoriali relativi alle obbligazioni delle società non finanziarie emersi dallo stress test climatico 2024 del bilancio dell’Eurosistema, del punteggio climatico CSPP dell’emittente e della scadenza residua dell’attivo.
Questa misura sarà attuata nella seconda metà del 2026. Il Consiglio direttivo la riesaminerà regolarmente per tener conto della crescente disponibilità di dati e modelli, nonché degli sviluppi normativi e dei progressi nelle capacità di valutazione del rischio.
Gli stress test climatici condotti sul bilancio dell’Eurosistema mostrano che il valore degli attivi finanziari può essere direttamente influenzato dalle incertezze legate al cambiamento climatico. Ciò vale anche per gli attivi che l’Eurosistema accetta come collaterale nelle operazioni di rifinanziamento.Se una controparte va in default, l’Eurosistema si assume la proprietà del collaterale, che deve poi essere liquidato nel tempo. Un calo imprevisto del valore, causato da uno shock climatico, potrebbe quindi comportare perdite finanziarie per l’Eurosistema.
Per gestire questo rischio, il Consiglio direttivo ha deciso di introdurre un climate factor. Questo fattore potrà ridurre il valore che l’Eurosistema assegna agli attivi dati in garanzia, abbassando così l’importo massimo che è disposto a prestare contro di essi. Il climate factor agisce quindi come cuscinetto, mitigando il potenziale impatto finanziario delle incertezze legate al clima sul valore dei collaterali.
Il climate factor riguarda i singoli attivi negoziabili emessi da società non finanziarie e dalle loro entità affiliate e le incertezze legate alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
Il climate factor può modificare il valore assegnato agli attivi dati in garanzia e ridurre l’importo massimo che l’Eurosistema è disposto a prestare contro di essi.Il grado di aggiustamento dipenderà dal potenziale impatto degli shock di transizione su ciascun attivo:
- Gli attivi più esposti a queste incertezze subiranno una riduzione maggiore del valore del collaterale.
- Quelli con esposizione minima o nulla resteranno sostanzialmente inalterati.
L’aggiustamento per ciascun attivo sarà determinato da un punteggio di incertezza, composto da tre elementi:
- Fattore di stress settoriale: un “fattore di mercato” uniforme, basato sulla perdita attesa nello scenario avverso dello stress test climatico dell’Eurosistema, applicato a tutti gli attivi emessi da imprese di un determinato settore.
- Esposizione dell’emittente: una misura dell’esposizione dell’emittente alle incertezze legate alla transizione, basata sulla metodologia utilizzata per il tilting del Corporate Sector Purchase Programme (CSPP).
- Vulnerabilità dell’attivo: una valutazione della sensibilità del prezzo di mercato dell’attivo a shock climatici futuri imprevisti, tenendo conto della sua scadenza residua.
In base al punteggio di incertezza, l’Eurosistema assegnerà un climate factor a ciascun attivo negoziabile, che modificherà ulteriormente il valore del collaterale dopo l’applicazione degli haircut standard. Il climate factor andrà ad affiancare gli attuali strumenti di gestione del rischio dell’Eurosistema, integrando l’analisi prospettica degli scenari climatici.
Per le controparti, il climate factor potrà ridurre la liquidità disponibile nelle operazioni di rifinanziamento, qualora vengano utilizzati come collaterale attivi con alti punteggi di incertezza.L’impatto complessivo dipenderà in larga parte:
- dal volume complessivo di liquidità che le controparti prendono a prestito dall’Eurosistema, e
- dalla quota e composizione delle obbligazioni societarie presenti nei loro pool di collaterale.
Considerando l’attuale contesto di bassi livelli di indebitamento e l’uso limitato di obbligazioni societarie come collaterale, l’effetto del climate factor sulle controparti è atteso come contenuto.
In generale, l’Eurosistema garantirà che, nella calibrazione della misura, la propria capacità di attuare la politica monetaria attraverso un’ampia disponibilità di collaterali rimanga intatta. Ciò sarà assicurato grazie a una calibrazione proporzionata dei climate factor e al fatto che le controparti manterranno la piena libertà di scegliere quali attivi detenere e mobilitare come garanzia per le operazioni con l’Eurosistema.
Il climate factor sarà implementato nella seconda metà del 2026.Questo orizzonte temporale consentirà:
- l’aggiornamento necessario dei sistemi di gestione del collaterale dell’Eurosistema, e
- le modifiche a diversi atti giuridici pertinenti.
La calibrazione finale della misura dipenderà anche dai dati climatici più recenti, la cui disponibilità è attesa nel primo trimestre del 2026.
Ulteriori dettagli sul climate factor saranno forniti in prossimità della data di attuazione.Il climate factor, inclusi il suo ambito di applicazione e la calibrazione, sarà riesaminato regolarmente dal Consiglio direttivo per riflettere la crescente disponibilità di dati, gli sviluppi normativi rilevanti e i progressi nelle capacità di valutazione del rischio.
L’annuncio del climate factor è coerente con i risultati della valutazione della strategia di politica monetaria della BCE del 2025 e dà seguito all’annuncio del luglio 2024 relativo allo sviluppo di approcci alternativi per affrontare la concentrazione di collaterali legata al cambiamento climatico.
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