Dazi, Trump sospende le tariffe alla Cina per altri 90 giorni: la tregua dopo il flop dei negoziati

L'annuncio
Gli ultimi colloqui tra Washington e Pechino si erano tenuti a luglio in Svezia. L'esortazione a Xi Jinping per aumentare le importazioni soia, "la più robusta al mondo"

Senza fine la telenovela non soltanto dell’inverno e della primavera ma anche dell’estate, si presume pure dell’inverno. Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha di nuovo sospeso i dazi alla Cina, il principale rivale, il nemico numero 1 della prima potenza economica al mondo. Tutto rimandato di altri 90 giorni, al 10 novembre, con la firma di un nuovo ordine esecutivo. A sua volta Pechino ha annunciato a sua volta la sospensione di quei dazi imposti come ritorsione.
Le tariffe sarebbero dovute scattare alla mezzanotte di oggi. I dazi sui prodotti cinesi sarebbero dovuti salire dal 30% al 64%. Il ministero del Commercio Cinese ha confermato l’estensione della tregua tariffaria. La Cina sta intanto sollecitando gli Stati Uniti di allentare i controlli sulle esportazioni di memorie ad alta larghezza di banda (Hbm), componenti cruciali per i chip di intelligenza artificiale, come parte di un accordo commerciale.
I dazi erano stati imposti da Trump alla Cina lo scorso aprile. Altissimi: al 145%. E la risposta era arrivata con l’imposizioni di dazi al 125% sulle importazioni di merci americane. Lo scorso maggio era arrivata allora la prima sospensione, sempre di 90 giorni, con dazi al 30% per la merce cinese e del 10% per quella americana. Come prevedibile, gli scambi commerciali tra i due Paesi sono parecchio diminuiti dall’inizio della guerra commerciale dichiarata da Trump a mezzo mondo.
L’ipotesi più accreditata dagli osservatori è che il Presidente USA abbia sospeso tutto per continuare le trattative e raggiungere un accordo più favorevole che finora non ha ottenuto. E invece i negoziati sono rimasti per lungo tempo bloccati e il tycoon ha dovuto mollare e fare concessioni senza ottenere niente in cambio. Gli ultimi colloqui tra Washington e Pechino si erano tenuti a luglio in Svezia, la Cina aveva ripreso a giugno a esportare terre rare negli Stati Uniti dopo lo stop.
“Spero che la Cina quadruplichi rapidamente i suoi ordini di soia. Questo è anche un modo per ridurre sostanzialmente il deficit commerciale della Cina con gli Stati Uniti”, ha dichiarato Trump in un post su Truth, il suo social, promettendo un “servizio rapido” nelle forniture. Si è rivolto direttamente al leader cinese Xi Jinping con un “grazie, presidente Xi” nel suo messaggio di esortazione a Pechino per aumentare le importazioni di soia dagli Stati Uniti, “la soia più robusta” al mondo.
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